venerdì, Settembre 29, 2023
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Sui livelli del lagoora è battaglia legale

La dichiara guer­ra al com­mis­sario stra­or­di­nario per l’e­mer­gen­za idri­ca Bernar­do De Bernar­di­nis e stu­dia un ricor­so al Tar con­tro il decre­to del 20 mar­zo, col quale la Comu­nità è sta­ta com­ple­ta­mente estromes­sa dal­la rego­lazione dei liv­el­li del lago.Il decre­to infat­ti ha affida­to alle province di Bres­cia, Verona, Man­to­va, Tren­to, alle Regioni Lom­bar­dia e Vene­to, ai con­sorzi irrigui e all’au­torità per il fiume Po (Aipo) la ges­tione del nodo idrauli­co «Adi­ge-Gar­da-Min­cio», che prevede l’im­mis­sione di por­tate d’ac­qua del­l’Adi­ge nel Gar­da a nord del lago (val­u­tan­do l’u­ti­liz­zo del­la gal­le­ria Mori-Tor­bole), l’u­ti­liz­zo di cave dismesse come baci­ni idri­ci a sud (nel Man­to­vano) e un prob­a­bile canale di col­lega­men­to tra Adi­ge e Min­cio (sem­pre a valle).La Comu­nità del Gar­da, riu­ni­tasi ieri a Gar­done Riv­iera, ha deciso di intrapren­dere tutte le pos­si­bili azioni legali, ammin­is­tra­tive e penali, dan­do per questo manda­to al suo pres­i­dente, il sen­a­tore Aventi­no Frau. Il man­ca­to coin­vol­gi­men­to del­l’ente locale è val­u­ta­to dal­lo stes­so come «grave­mente lesi­vo degli inter­es­si garde­sani e delle regole del­la rappresentanza».Viene quin­di ricorda­to il decre­to min­is­te­ri­ale del 1961, richiam­a­to nel 2002, che des­igna il rap­p­re­sen­tante dei Comu­ni bena­cen­si — indi­ca­to dal­la Comu­nità del Gar­da — a far parte del­la com­mis­sione min­is­te­ri­ale per la rego­lazione dei liv­el­li delle acque del lago.L’ipotesi di uti­liz­zare la gal­le­ria Mori-Tor­bole, in par­ti­co­lare, è fer­ma­mente avver­sa­ta dal­la comu­nità del Gar­da, che ha già inoltra­to for­male protes­ta al com­mis­sario stra­or­di­nario. Ipote­si dele­te­ria per la qual­ità del­l’ac­qua del Gar­da, «frut­to di pres­sioni esterne agli inter­es­si del lago».In un comu­ni­ca­to stam­pa la Comu­nità garde­sana affer­ma «il dirit­to delle popo­lazioni del Gar­da all’au­to­tutela e alla mobil­i­tazione a segui­to del­la vio­lazione del pro­prio sta­tus ambi­en­tale, con pos­si­bile ricadu­ta di degra­do qual­i­ta­ti­vo delle acque e del­la immag­ine del lago sul piano tur­is­ti­co, di cui fin d’o­ra ritiene respon­s­abile il com­mis­sario stra­or­di­nario. Chiede al gov­er­no la sos­ti­tuzione del­lo stes­so per evi­dente tur­ba­ti­va di un ordine pub­bli­co fino­ra basato sul­la col­lab­o­razione, come avvenu­to fino all’ar­ri­vo del com­mis­sario stes­so».

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