sabato, Maggio 4, 2024
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La Comunità del Garda fa ricorso contro il Commissario straordinario

Sui livelli del lagoora è battaglia legale

La Comunità del Garda dichiara guerra al commissario straordinario per l’emergenza idrica Bernardo De Bernardinis e studia un ricorso al Tar contro il decreto del 20 marzo, col quale la Comunità è stata completamente estromessa dalla regolazione dei livelli del lago.Il decreto infatti ha affidato alle province di Brescia, Verona, Mantova, Trento, alle Regioni Lombardia e Veneto, ai consorzi irrigui e all’autorità per il fiume Po (Aipo) la gestione del nodo idraulico «Adige-Garda-Mincio», che prevede l’immissione di portate d’acqua dell’Adige nel Garda a nord del lago (valutando l’utilizzo della galleria Mori-Torbole), l’utilizzo di cave dismesse come bacini idrici a sud (nel Mantovano) e un probabile canale di collegamento tra Adige e Mincio (sempre a valle).La Comunità del Garda, riunitasi ieri a Gardone Riviera, ha deciso di intraprendere tutte le possibili azioni legali, amministrative e penali, dando per questo mandato al suo presidente, il senatore Aventino Frau. Il mancato coinvolgimento dell’ente locale è valutato dallo stesso come «gravemente lesivo degli interessi gardesani e delle regole della rappresentanza».Viene quindi ricordato il decreto ministeriale del 1961, richiamato nel 2002, che designa il rappresentante dei Comuni benacensi – indicato dalla Comunità del Garda – a far parte della commissione ministeriale per la regolazione dei livelli delle acque del lago.L’ipotesi di utilizzare la galleria Mori-Torbole, in particolare, è fermamente avversata dalla comunità del Garda, che ha già inoltrato formale protesta al commissario straordinario. Ipotesi deleteria per la qualità dell’acqua del Garda, «frutto di pressioni esterne agli interessi del lago».In un comunicato stampa la Comunità gardesana afferma «il diritto delle popolazioni del Garda all’autotutela e alla mobilitazione a seguito della violazione del proprio status ambientale, con possibile ricaduta di degrado qualitativo delle acque e della immagine del lago sul piano turistico, di cui fin d’ora ritiene responsabile il commissario straordinario. Chiede al governo la sostituzione dello stesso per evidente turbativa di un ordine pubblico finora basato sulla collaborazione, come avvenuto fino all’arrivo del commissario stesso».

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