venerdì, Maggio 3, 2024
HomeManifestazioniAvvenimentiSuperenalotto, il miliardario è gardesano
I gestori non ne ricordano il volto, ma ritengono si tratti di una persona della zona

Superenalotto, il miliardario è gardesano

«È un cliente della nostra zona. Ne sono convinta». Non ha dubbi Maria Teresa Papa, titolare del Bar Nova, in via Rambotti a Desenzano, dove è stata giocata la schedina miliardaria del «Superenalotto» che porterà nelle tasche di uno o più fortunati giocatori ben 3.150 milioni. La caccia al neo-paperone è avviata. E ieri, domenica, nonostante fosse giorno di chiusura, la famiglia Giustacchini è stata costretta «a furor di curiosità» ad aprire i battenti. «È una processione continua – spiega Emanuele Giustacchini, vicesindaco di Desenzano -. Tutti chiedono notizie, informazioni. Tutti vogliono sapere la cifra esatta della vincita multimiliardaria, il tipo di schedina giocata, i punti realizzati, se si è trattato di un sistema o di un “fortunello”. Chiariamo subito che per ora nessuno si è fatto vivo neanche al telefono, in forma anonima, magari per ringraziare. Di più non saprei dire». Ma i clienti abituali del bar Nova nella tranquilla mattinata domenicale arrivano alla spicciolata. Sostano in strada, entrano nel bar, si convincono che sì, è proprio vera la notizia passata ormai di bocca in bocca della vincita miliardaria. E si intrecciano le ipotesi. «Abbiamo discusso a lungo come avremmo speso i soldi se avessimo azzeccato un “sei” o un “cinque più uno” – spiega una giovane signora -. Purtroppo il sistema suddiviso in quote che abbiamo giocato non era quello buono». Consulta le estrazioni dei numeri del lotto una signora delusa. «Ho giocato il 57 è uscito il 58». Festeggia invece un giovane per un ambo azzeccato sulla ruota di Cagliari: «Ho puntato al lotto 3.000 lire su 3 e 36; sono usciti. Incasserò circa 700.000 lire. Niente male. Certo, se avessi la schedina vincente del Superenalotto sarei già in partenza per i Caraibi». Insomma, basta un ambo per consolarsi. Meglio di niente. Quel che è certo – raccontaEliano Giustacchini, marito della titolare, impiegato all’Inps con il pallino dell’informatica e dei numeri – è che il vincitore ha speso 5.600 lire per giocare una colonna di 7 numeri. La puntata è stata fatta sabato fra le 17 e le 18.30, cioè nel periodo di maggior afflusso». Non è invece in grado di precisare se facesse parte di un sistema ovvero se si sia trattato di una giocata unica, di quelle che gli incalliti del Superenalotto definiscono «fortunello». Va ricordato che l’anonimo giocatore della schedina da 7 numeri ha azzeccato non soltanto l’unico «5+1» della Penisola, che vale da solo 3.089.186.200 lire, ma anche un «5» da 47 milioni e cinque «4». Messi insieme, hanno fruttato complessivamente 3.150 milioni. La ricevitoria dei Giustacchini non è nuova a simili «performance» e si può tranquillamente definire baciata dalla fortuna. Infatti alcuni ani fa era stato realizzato al «totocalcio» un tredici che aveva fruttato 400 milioni, poi un altro da 300 milioni. Due anni fa, proprio all’avvio del Superenalotto, due «5» indovinati con una schedina secca avevano dato una vincita di 150 milioni. Non a caso, insomma, la famiglia gestisce ricevitorie e giocate da oltre mezzo secolo. Aveva cominciato con la Sisal subito dopo la guerra, nel ’46, la nonna Angela Pollini, in piazza Garibaldi. Dieci anni dopo veniva inaugurato il Bar Nova nel quartiere di via Rambotti. Da allora l’espansione dell’abitato è stata costante, con un’accelerazione negli ultimi anni. Ora i residenti sono circa 5000, per lo più appartenenti al ceto medio, impiegati, operai, artigiani. «Considerando che il locale si trova lontano dal centro storico, defilato rispetto alla Statale – spiega Maria Teresa Papa – appare più che probabile che la vincita sia stata realizzata da uno del luogo o da un cliente abituale. Ne abbiamo molti che vengono anche dai comuni vicini. Sono convinta che il vincitore o i vincitori siano gardesani». Gira rigira, si ritorna comunque e sempre all’interrogativo di rigore in questi casi, cioè all’individuazione del vincitore. «Non sono io – assicura un cliente del bar -. Tre miliardi sarebbero la cifra giusta per risolvere i problemi di una famiglia, ma stavolta la fortuna mi è passata davvero vicina. Peccato abbia azzeccato solo alcuni “3”, buoni per… andare alla Malpensa, ma non per imbarcarmi con destinazione Brasile come avrei fatto in caso di vincita». Intanto i commenti si sprecano. E nei discorsi da bar ritorna con frequenza «sospetta» per il cronista il nome di Beppe. Una traccia? Macché. Arriva il fratello, ride e smentisce. Appare convincente. Insomma, pare proprio che il nome del vincitore sia destinato a rimanere anonimo com’era accaduto nell’aprile del ’98 per un’altra vincita miliardaria, a Gardone Riviera.

Articolo precedente
Articolo successivo
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video