sabato, Aprile 27, 2024
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Serata Amarcord alla Spiaggia degli Olivi. Con ripetizione (solo parziale) di certi riti

Tuffi all’inglesina e giochi sul prato: per rubar baci alle turiste

Ritrovarsi con cinquant’anni e passa sulle spalle sul prato della Spiaggia degli Olivi, per giocare a «L’è lù ch’el bala el tango de San Giulian…»; ripercorrere, in una specie di Amarcord locale, i tempi ruggenti della gioventù rivana anni 50-60; rituffarsi, a mezzanotte, nel canale della Rocca in quei tempi simbolo di una meta da raggiungere per…”imbarcare” le teutoniche bellezze che scendevano d’oltre Brennero; vedere se, a distanza di decenni, si è ancora capaci di fare “l’inglesina”, quello spettacolare tuffo con rincorsa che contribuiva, allora, all’acchiappo.Complici alcune consistenti tinche ed un paio di considerevoli lucci, artefici Franco “Memo” Lutteri, Gianni Torboli e Gianni Bertozzi, quei rivani che del lago hanno fatto la loro prima casa, quelli che, per dirla proprio alla Bertozzi, “se ogni giorno non sentono la spùsa (il profumo) del lago e non vedono la loro poza, stanno male”, si sono ritrovati alla Fraglia per una rimpatriata ittio – gastronomica sul filo dei ricordi. E c’erano, tra gli altri, anche Franco “Sirèl” Miorelli, Paolo “Flebo” Spagnolli”, Gianni Risatti, Tullio “Durbans” Pasini, Giancarlo Angelini, “Berto” Foletti, Paolo Giovanella, insomma i rappresentanti della rivanità lacuale più vera che, dopo cena, ospiti di Franco Chemolli del “Tiffany”, si sono ritrovati su quel prato a ripercorrere con la memoria i tempi andati. Tra questi ricordi non poteva mancare “El tango de San Giuliam”. Sorta di filastrocca che si giocava passandosi sempre più velocemente di mano un sasso, oppure una ciabatta, uno zoccolo (con bagno obbligatorio per chi sbagliava nel passaggio); giochetto cominciato dai ragazzi per incuriosire le turiste, per invitarle, per coinvolgerle, per iniziare così l’inizio della conoscenza, del corteggiamento, dell’amore di qualche giorno, una settimana. Ma c’è anche chi, lì su quel prato, (vero “Memo”?) ha trovato l’amore della sua vita. Quello vero!Il “Te ricòrdet quando…” è stata la frase più ricorrente sul filo del ricordi, a rispolverare aneddoti, episodi, circostanze. Come quando, per raggiungere la Spiaggia degli Olivi, c’era da attraversare il Canale della Rocca a nuoto, magari coi vestiti portati, alti sull’onda, su una sola mano, mentre con l’altra si nuotava, o magari nascosti sotto un tombino in Rocca, dal quale spesso venivano prelevati dai solerti ed inflessibili vigili urbani che non volevano si facesse il bagno lì.Perché le ambite turiste e i rivani più danarosi, pagavano per entrare a fare il bagno nell’allora unico posto dove si poteva farlo, mentre per quei ragazzi di “schèi”… neanche l’ombra. L’attraversamento a nuoto del canale e l’ingresso clandestino alla Spiaggia, peraltro bonariamente tollerato dal direttore Franco Chemolli e dal bagnino Gianni Bertozzi, erano perciò quasi d’obbligo.”Te ricòrdet quando fèvem l’inglesina…” ha buttato lì uno. E subito è nata la sfida per vedere se, a 30 – 40 anni di distanza si era capaci di ripetere le imprese di allora, per mettersi alla prova, prima davanti a se stessi e poi agli altri, se la rincorsa era quella di allora, se l’età consentiva slancio e raggomitolamento al culmine della parabola, se distensione ed entrata in acqua erano secondo la norma di questo tuffo tutto rivano. Una serata diversa, da lacustri, da uomini della Riva “vecia”, tornati ragazzi, a gustare il pesce del loro lago, a ripercorrere episodi ed emozioni, a rivivere un periodo irripetibile.

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