giovedì, Settembre 28, 2023
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Un attacco concentricoal Garda e al Baldo

È noto che il e il Monte , che lo divide dal­la Val d’Adi­ge e ne pro­tegge la riva vene­ta, rac­chi­udono val­ori nat­u­ral­is­ti­ci, pae­sag­gis­ti­ci, antropo­logi­ci, stori­ci, cul­tur­ali tali da clas­si­fi­car­li all’apice degli ambi­en­ti meritevoli di tutela in Italia.Il Gar­da è il più grande lago d’I­talia, con 50 mil­iar­di di metri cubi d’ac­qua poco inquina­ta, la preziosa flo­ra e micro­fau­na del­la fas­cia litorale di carat­ter­is­tiche sub-mediter­ra­nee; pic­coli e inte­gri cen­tri costieri, vasti oliveti secolari.Il Bal­do, a cav­al­lo fra lago e valle del­l’Adi­ge, cel­e­bra­to Hor­tus Europae per la sua flo­ra e micro­fau­na. Luo­go di stu­pen­di panora­mi aper­ti su Adamel­lo, Dolomi­ti del Brenta, Lessinia, altip­i­ano di Asi­a­go, Col­li Euganei e fino alla lagu­na vene­ta, alla pia­nu­ra padana e agli Appen­ni­ni. Gar­da e Bal­do, un com­pen­dio uni­co, di ineguagli­a­bile valore.In questo pic­co­lo mon­do in sostanziale equi­lib­rio fino agli Anni ’50, le attiv­ità umane, con crescen­do espo­nen­ziale, gen­er­a­no guasti pre­oc­cu­pan­ti. Nuove case, vil­lag­gi, alberghi, posti bar­ca erodono velo­ce­mente il ter­ri­to­rio impov­eren­done le carat­ter­is­tiche e influ­en­do anche sul­la qual­ità tur­is­ti­ca, prin­ci­pale attiv­ità eco­nom­i­ca locale. Il tur­is­mo, con le sue auto, finisce per occu­pare ogni spazio libero nel litorale, con code cos­tose in ter­mi­ni di tem­po, denaro e salute. È chiaro che ci tro­vi­amo di fronte a un uovo pieno. Le rive ori­en­tali del Gar­da sono ormai sature.A questo pun­to sem­br­erebbe nec­es­sario escog­itare qualche rime­dio. Si potrebbe cer­care di lim­itare la costruzione di nuove case. Soprat­tut­to si dovrebbe scor­ag­gia­re con mis­ure idonee, già appli­cate altrove con suc­ces­so, l’ac­ces­so al lago dei mezzi pri­vati, incre­men­tan­do quel­li pubblici.Invece veni­amo sor­pre­si dal­l’e­sumazione di una vec­chia e già rifi­u­ta­ta pro­pos­ta per la costruzione di un’ autostra­da a pedag­gio da Affi a Pai (per ora) che, attra­ver­san­do il ter­ri­to­rio con opere dev­as­tan­ti (pon­ti, viadot­ti, scavi a mez­za cos­ta, muri di sosteg­no, gal­lerie, dis­cariche), vor­rebbe facil­itare l’ac­ces­so al lago. Ma sic­come facil­i­tan­do l’ac­ces­so il flus­so tur­is­ti­co fatal­mente aumenterebbe, ques­ta opera si con­fig­ur­erebbe come modal­ità per riem­pire anco­ra un po’ l’uo­vo già pieno del Gar­da, aggra­van­do il prob­le­ma del traf­fi­co. La real­iz­zazione di quest’­opera con­seguirebbe altri due nefasti risul­tati: l’au­men­to dei tur­isti andrebbe a ridurre la qual­ità del­l’of­fer­ta tur­is­ti­ca, il con­trario di quan­to con­viene; si deter­minerebbe un serio attac­co all’am­bi­ente nat­u­rale e al pae­sag­gio. Ruspe, esca­v­a­tori, cemen­to spazzereb­bero luoghi sig­ni­fica­tivi per flo­ra e fau­na, per i siti dei graf­fi­ti sulle roc­ce del medio Gar­da. Rumore, inquina­men­to delle acque stupro del pae­sag­gio, esten­sione del­l’ur­ban­iz­zazione ne sareb­bero il corredo.Il Bal­do è in pred­i­ca­to di divenire Regionale da molti anni. Il suo ter­ri­to­rio ric­co di bio­di­ver­sità sia floris­tiche sia fau­nis­tiche è già parzial­mente sot­to­pos­to a tutela gra­zie a isti­tu­ti quali Sic, Zps, ris­erve inte­grali region­ali, oasi di pro­tezione fau­nis­ti­ca del­la Provin­cia, purtrop­po quest’ul­ti­ma ridot­ta a favore del­la cac­cia. Il Par­co ver­rebbe a inter­es­sare le aree dei pas­coli e delle vette e altre a media quo­ta. Su queste, da qualche mese, viene avan­za­ta l’idea di real­iz­zare un cam­po eoli­co di 5 tor­ri sul­la dis­plu­viale fra Adi­ge e Gar­da a monte del Rifu­gio Chierego, a 2000 metri.Di un sec­on­do più modesto cam­po si par­la a Riv­o­li, in Val d’Adige.Siamo favorevoli all’e­oli­co, ma il Bal­do non è luo­go ido­neo ad accogliere tor­ri alte 70 metri che con le infra­strut­ture nec­es­sarie ne umi­liereb­bero il pae­sag­gio e ne fal­ci­diereb­bero l’av­i­fau­na. Ma non è tut­to. Si par­la anche, ove il prog­et­to dell’ Affi-Pai non venisse accolto, di attra­ver­sare la cate­na del Bal­do con un tun­nel di 10 Km. da Avio a Mal­ce­sine. Al Wwf sem­bra che queste inizia­tive rap­p­re­senti­no un insen­sato, peri­coloso assalto a Gar­da e Bal­do e che, per il pat­ri­mo­nio di natu­ra che questi luoghi cus­todis­cono, siano da rifiutare.Ma cosa pen­sano gente e ammin­is­tra­tori di tut­to ciò? Per l’au­tostra­da del Gar­da tut­ti i comu­ni sono con­trari. Han­no capi­to che pro­dur­rebbe solo dan­ni. Sper­a­no in soluzioni diverse, con atten­zione alla qual­ità del­l’at­tiv­ità tur­is­ti­ca e all’ affezion­a­ta clien­tela del mon­do ger­man­i­co che ne usufruisce. Per il Par­co del Bal­do i «sì» degli ammin­is­tra­tori sono in bilan­cia con i «sì, ma..». Qual­cuno esi­ta anco­ra. E men­tre questo con­fu­so agi­tar­si di pro­poste viene osser­va­to con flem­ma dal­la , i prog­et­ti delle pale eoliche avan­zano. E questo sta per accadere men­tre tut­ti, ammin­is­tra­tori e cit­ta­di­ni, san­no che il medio e l’al­to Gar­da e il Monte Bal­do sono trop­po impor­tan­ti per non essere sal­vati.

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