sabato, Maggio 4, 2024
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Polemica sull’apertura del tunnel Adige-Garda: il consigliere desenzanese Polloni (Lega) denuncia. «Danni gravissimi: tutti sapevano, nessuno s’è mosso»

«Un disastro ambientale»

«E’ un disastro, un danno ambientale gravissimo per il lago di Garda. Io ho provato a dare l’allarme prima che fosse tardi, ma nessuno mi ha dato retta». Lo sfogo è di Rino Polloni, consigliere comunale leghista di Desenzano, e il «disastro» di cui parla è storia di questi giorni. Venerdì scorso, quando l’Adige in piena minacciava di esondare, è stata aperta la galleria sotterranea che collega il fiume al lago. Cinque milioni di metri cubi d’acqua gelata (mediamente 10 gradi più fredda di quella del lago) sono entrati nel Garda. Le possibili conseguenze sono gravi per il clima e per la fauna: umidità, foschia, strage di pesci e di flora acquatica. Un rischio che ha indotto Polloni ad andare al Commissariato di Polizia, a sporgere denuncia per «danno ambientale grave e disastro doloso». In particolare, Polloni punta l’indice sui responsabili del Servizo opere idrauliche della Provincia autonoma di Trento, che avrebbero materialmente fatto aprire la galleria Adige-Garda. A indignare l’esponente leghista, però, è stata anche l’indifferenza da lui incontrata da parte delle autorità locali. «Allarmato dal livello di crescita dell’Adige – racconta Polloni -, ho inviato dei fax urgenti alle seguenti autorità: il 10 novembre (con il livello del lago a » 145 cm) al Presidente della Comunità del Garda, Adelio Zanelli; il 14 novembre (livello lago a » 151 cm) ai presidenti della Provincia autonoma di Trento e del Magistrato delle acque di Venezia; il 15 novembre (lago a » 155 cm), al presidente della Provincia di Brescia Alberto Cavalli. «Chiedevo la convocazione – spiega Polloni – di una commissione ristretta, visto che nel gruppo di valutazione che decide in merito all’apertura della galleria non ci sono rappresentanti dei comuni del lago di Garda. Purtroppo nessuno mi ha risposto». Si poteva fare qualcosa, insiste il consigliere desenzanese, ma il problema è stato sottovalutato: nessuno avrebbe alzato un dito pur essendo stato informato di quanto stava per succedere. L’ordine di aprire le paratie della galleria Adige-Garda, per le ore 18.00 del 17 novembre, sarebbe partito dal Servizio opere idrauliche della Provincia autonoma di Trento. E solo a cose ormai fatte – sostiene Polloni – la cosa è stata comunicata al Magistrato delle acque. E’ su questo che la denuncia del consigliere comunale chiede chiarezza. Secondo l’esposto presentato al Commissariato di Polizia, nel quale si ipotizzano i reati di disastro doloso e di danno ambientale grave, il punto sarebbe proprio questo: chi ha dato l’ordine di riversare nel lago l’acqua del fiume, non avrebbe avuto l’autorità per farlo. Sia così oppure no, si è lasciato il piu grande lago d’Italia, con il suo inestimabile patrimonio ambientale, in balìa degli eventi. Eventi di non trascurabile gravità: «E’ da sapere – spiega ancora Polloni – che un centimetro dei livelli del Garda equivale a 3 milioni 680 mila metri cubi d’acqua. Il giorno in cui sono state aperte le paratie, il lago era a » 167, mentre oggi è a » 175: sono entrati milioni di metri cubi d’acqua da un fiume inquinato e più freddo di circa 10 gradi. E’ un disastro di cui pagheremo le conseguenze per anni, a livello climatico e faunistico. Se qualcuno si fosse preoccupato prima, forse potevamo evitarlo». Valentino Rodolfi

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