giovedì, Maggio 2, 2024
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Gli Amici della Tirlindana chiedono da due anni la gestione del lato nord del canale della Rocca

Un porticciolo per i custodi del lago

Ottenere in gestione il lato nord del Canale della Rocca, far pagare un piccolo affitto annuo a tutti i soci che vi ormeggeranno la barca a remi, finanziare con queste entrate un riordino complessivo dell’area (ora degradata dalla smodata proliferazione di volatili selvatici) e soprattutto dare impulso ad un progettino, ben articolato, di salvaguardia della fauna ittica dell’alto Garda.E’ perchè la causa è sacrosanta che anche il consigliere di minoranza Piergiorgio Zambotti ha deciso di dare una mano (con un’ interpellanza in Comune) agli Amici della Tirlindana, sodalizio rivano di circa 150 soci che ormai da un paio d’anni sta cercando di prendere in concessione la piccola zona portuale situata sotto i torrioni della Rocca. Risposte negative, a dire il vero, gli Amici della Tirlindana non ne hanno avute, ma siccome il canale (come tutti i porti rivani) è in una delicata fase burocratica – sta passando dalla Provincia al Comune – il palleggiamento di competenze ha finora impedito ai pescatori di avere un chiarimento preciso sui destini del Canale. «Siamo in grado di assicurare – scriveva al Comune, già nel febbraio del 1999, il segretario e fondatore degli Amici della Tirlindana Gianni Scoz – una gestione finanziaria trasparente e l’utilizzo di eventuali disponibilità finanziarie ricavate dagli ormeggi (sarebbe nostra intenzione stabilire il costo annuale ormeggio in 150-200mila lire) per il ripopolamento del Garda Trentino e la salvaguardia della trota lacustre».Ma da allora il progetto di tutela della fauna ittica si è fatto ancora più articolato ed è racchiuso in un dossier che lo stesso Scoz ha già divulgato presso le pubbliche autorità. Si parla, tra l’altro, di centraline automatiche di monitoraggo delle acque dell’Albola e del Varone (gli affluenti del lago meno «controllati»); di ripristino di canneti sul litorale rivano (ne è rimasto soltanto uno a Torbole, peraltro in stato di abbandono) che sono importantissimi per la vita degli avannotti; di drastica riduzione dei volatili (responsabili di stragi di uova di pesce); di norme più rigide per la pesca.«Il Garda trentino – dice Scoz – dal punto di vista della pesca sportiva ha un enorme potenziale ricreativo e turistico, che giustifica senz’altro un maggiore impegno politico e finanziario ed un immediato programma di recupero. Rimediare a decenni di incuria non è facile ed il nostro suggerimento è che il coordinamento degli interventi sia affidato ad un’Autority. Come Amici della Tirlindana siamo disponibili, nel nostro piccolo, ad impegnarci con volontariato e idee».Ma per iniziare, come abbiamo detto, l’Associazione vorrebbe l’ossigeno finanziario del porto per le barche.

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