mercoledì, Maggio 1, 2024
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Lo chiede la cittadinanza alla Laganà

Un riconoscimento per i due «salvatori»

Incredulità, stupore ma anche grande gioia nel ripensare a quanto accaduto: sono i sentimenti del giorno dopo di Aldo Sala e Mauro Danzi, protagonisti dell’eroico salvataggio della mamma e i suoi due bambini finiti in macchina nelle acque del porto di Peschiera. «Non sono riuscito a chiudere occhio per tutta la notte», racconta Sala, «perché l’emozione è stata ed è ancora troppo forte; ho davanti agli occhi il volto di quella donna che con l’acqua già al mento cercava di togliere la sicura messa alla portiera a protezione dei suoi piccoli. E la forza con cui si è aggrappata a me quando finalmente sono riuscito a vincere la pressione dell’acqua e la portiera si è aperta». L’urto con la portiera è stato talmente forte da aver lasciato un livido sotto al costato di Sala, per altro non nuovo ad esperienze del genere: da militare, infatti, ha fatto parte di una squadra di soccorso che ha salvato alcuni alpinisti sul Sasso Lungo. Sul lettino del Pronto soccorso della Pederzoli, dove Sala è stato portato subito dopo il salvataggio per un leggero malore dovuto alla grande tensione, lo è andato a abbracciare il padre e marito delle tre vite che erano state appena salvate. «Non mi ha detto nulla, ma lo sguardo e le lacrime che cercava di trattenere sono valse più di mille parole. Quello è stato il secondo abbraccio importante della giornata: il primo era stato con Mauro, ad impresa conclusa, stremati dalla fatica contenti per averli salvati tutti e tre. Guai, infatti, se anche solo uno di loro non ce l’avesse fatta; avrebbe significato convivere, per il resto della vita, con un vero e proprio incubo». «È così», gli fa eco Mauro Danzi, «meno male che il Signore ha guardato in giù; ancora adesso, ripensandoci, non so cosa ci abbia dato la forza di buttarci in acqua. È incredibile: certe cose le vedi solo in tv, non pensi mai che possono capitare a te». La giornata di ieri è trascorsa, per Sala e Danzi, tra telefonate e visite di congratulazioni e in paese si dice che meriterebbero un riconoscimento, ipotesi sulla quale si sta muovendo il commissario prefettizio, Maria Rosaria Laganà, «commossa e felice per l’esito della vicenda e per il gesto di grande coraggio compiuto da queste due persone, che spero di incontrare presto». «Il piazzale del porto è in pendenza», commentano in molti, «e il cordolo che delimita la zona di piantumazione è troppo basso; la soluzione migliore è recintare tutta l’area del piazzale».

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