sabato, Aprile 20, 2024
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Ventrar, un sentiero sempre più sicuro nel cuore del Baldo

Il 2002 verrà certamente ricordato dai malcesinesi, e più in genere da tutti i frequentatori del Monte Baldo, come un anno molto particolare non solo per la visita del presidente della Repubblica. Lungo le sue pendici, nessun versante escluso, la Comunità montana del Baldo si è data infatti molto da fare per rendere più sicura, funzionale ed «educativa» la rete sentieristica. Nell’ambito del Piano di sviluppo rurale finanziato dalla Regione Veneto con contributi europei ed all’interno del progetto denominato “Dalla Val d’Adige al Monte Baldo e al Garda e dalla pianura di Caprino e Costermano alla montagna”, la Comunità montana continua a valorizzare una rete di ben 50 chilometri di sentieri. Alcuni di essi sono stati letteralmente strappati in extremis all’abbandono come, ad esempio, quello della Val d’Orsa del quale abbiamo già parlato su queste pagine; altri, invece, che erano già segnalati e curati dalla preziosa opera dei volontari delle Sezioni veronesi del Cai nonché dalle associazioni escursionistiche locali, sono stati invece ricontrollati e risistemati là dove vi era rischio di franamento, nonché arricchiti di nuove infrastrutture. Il Sentiero del Ventrar, che dalle pendici del Monte La Colma di Malcesine (a pochi minuti dalla stazione d’arrivo degli impianti) scende con spettacolare percorso sino ai Prai per raccordarsi poi alla mulattiera per San Michele e Malcesine è l’ultima, ma solo in ordine di tempo, delle tappe del citato progetto. Molto soddisfatto dei lavori compiuti lungo questo sentiero, giustamente definito fra i più belli d’Europa, è il sindaco Giuseppe Lombardi, che sottolinea come questi lavori, per il modo in cui sono stati realizzati e per le finalità tanto turistiche ed escursionistiche quanto didattiche insite nella progettazione dei percorsi stessi «rappresentano certamente un perfetto connubio fra natura, turismo e cultura inserendosi in maniera assolutamente adeguata e lieve nel contesto ambientale anche là dove sono state effettuate opportune opere di contenimento». D’altronde Lombardi, che è lui stesso un appassionato frequentatore del Monte Baldo, da tempo caldeggia una ripresa dell’interesse escursionistico verso questa montagna, da un lato per evitarne l’abbandono e, dall’altro, per creare un turismo alternativo ed ambientalmente «cosciente» rispetto a quello squisitamente ricreativo e balneare. «Non mi dispiacerebbe», aggiunge Lombardi «che sulla falsariga del Ventrar e con la collaborazione di tutti gli enti e le associazioni interessate, anche altri straordinari percorsi, primi fra tutti quelli che attraversano tutto il fianco occidentale del Baldo collegando Malcesine alle creste, vale a dire il n° 659 ed il n° 5, godessero in futuro di attenzioni e cure analoghe a quelle rivolte al Ventrar». Anche il presidente della Comunità montana, Luigi Castelletti, ha manifestato ampio apprezzamento per i lavori sino ad oggi portati a compimento sul Baldo. «La nostra iniziativa di offrire una ragnatela di proposte escursionistiche», afferma «che unisca i due versanti del Monte Baldo in un unico sistema, moltiplicando così le occasioni di visita verso l’entroterra si sta realizzando anche grazie al contributo della Regione. Non ci fermeremo, tuttavia, alla semplice risistemazione, diciamo così, morfologica dei percorsi ma, come abbiamo già iniziato a fare, al loro arredo con punti di sosta e di osservazione corredati da panche e tavoli, tabelle informative e quant’altro possa rendere la visita a questi luoghi un’occasione sempre più ricca di conoscenza e di appagamento sia culturale che fisico». Alla Comunità montana fanno inoltre sapere che è prevista anche, per venire incontro alle ormai già numerose richieste, una piccola pubblicazione in più lingue descrittiva di tutta la rete sentieristica recentemente messa a nuovo. Un’opera che si presenta sicuramente utile sul piano pratico per chi è solito frequentare il Monte Baldo ma che nel contempo potrebbe rivelarsi anche un prezioso strumento per promuovere un turismo diverso ed ecocompatibile in questa porzione del territorio veronese. Giudicato dalle riviste specializzate «uno fra i sentieri più belli d’ Europa» il Sentiero delle cime del Ventrar (o, più semplicemente, il Sentiero del Ventrar) si trova circa 1500 metri sopra Malcesine. Se ne raggiunge il punto d’accesso utilizzando i nuovi impianti che da Malcesine portano in pochi minuti ai 1720 metri di quota di Bocca Tratto Spino (o, meglio, «Tredes Pin»). Da qui, per comoda carrareccia, si scende verso nord aggirando il fianco orientale de La Colma alla volta di Bocca di Navene sino a quando, sulla sinistra, una tabella segnala l’imbocco del sentiero (ore 0.20 circa dalla stazione a monte). Ha ora inizio il tratto più interessante dell’escursione. Il sentiero, ardito ed esposto ma sempre ben battuto e segnalato, compie una serie di saliscendi fra rupi e canaloni, aggirando uno dopo l’altro i numerosi pilastri rocciosi che la Colma (1750 metri) protende verso nord. Superate le ultime quinte rocciose della Colma il sentiero piega decisamente verso ovest e conduce agli splendidi pascoli detti I Prai (scendendo per I Prai in direzione di Malcesine si può raggiungere il Rifugio “Kira”). Presso I Prai, a quota 1470 metri, il sentiero si biforca: è possibile proseguire a destra per Malcesine passando per il caratteristico portale in legno e pietre detto Il Signore poi per San Michele (ore 2.30 circa) oppure, se si vuole tornare a Bocca Tratto Spino, si segue a sinistra il sentiero che attraversa I Prai verso sud, raggiunge la mulattiera segnalata dal Cai col n° 11 e sale sino alla stazione a monte degli impianti (ore 2 circa complessive). Merita senz’altro una visita l’estremità de “La Colma” (1751 metri), cioè il bordo più occidentale del Baldo malcesinese. Si tratta di una breve (10 minuti dalla stazione a monte degli impianti) passeggiata lungo un meraviglioso crinale erboso da cui lo sguardo spazia a 360 gradi su gran parte dell’arco alpino bresciano, trentino e veneto. L’estremità settentrionale de “La Colma”, recintata per evitare che qualcuno si avventuri lungo i pericolosi dirupi che incombono sul Sentiero del Ventrar, è quotata 1751 metri. Da essa, verso destra (est) cala un ripido sentiero che si raccorda alla “Via delle Vacche” poco prima dell’imbocco del Sentiero del Ventrar (da Bocca Tratto Spino alla “Via delle Vacche” e quindi al Sentiero del Ventrar calcolare circa 30 minuti).

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