Almeno una dozzina d’anni di gestazione; tre amministrazioni coinvolte (Costanzo Valli (centrosinistra), Andrea Lepidi (Ulivo)e l’attuale Alberto Cavalli (centrodestra); riletture e aggiornamenti di studi professionali ai quali non è certo mancato il lavoro. Infine, ieri, l’approdo in Consiglio provinciale per l’approvazione definitiva, giunta grazie al voto favorevole di 22 consiglieri del centrodestra, compresa la Lega e 5 contrari. Il Piano territoriale di coordinamento è un importante strumento che ridisegna le competenze urbanistiche e delinea la griglia dello sviluppo in diversi ambiti: viabilità, commercio, cave, aeroporto-alta capacità. L’approdo in aula è stato preceduto da ben 640 osservazioni, raggruppate in aree omogenee poi singolarmente sottoposte a votazione. Il dibattito si accende subito tra maggioranza e opposizione proprio in merito alle procedure da seguire. Tanto che l’intera mattinata s’avvita intorno al «modus operandi» del consiglio provinciale. Al centrosinistra non piace il percorso delineato dal presidente del Consiglio Paola Vilardi che terrà le redini dell’intera seduta. Un percorso però delineato dalla maggioranza nella conferenza dei capigruppo (è Carlo Fogliata a dar fuoco alle polveri), che avrebbe esposto il piano al rischio di ricorsi amministrativi. Gli risponde Guglielmo Castagnetti di Fi: «Decida allora il consiglio provinciale la procedura». Fogliata (Ds) insiste: «Mettete per iscritto questa proposta». Castagnetti: «Se è una cortese richiesta si può accogliere, ma il tono perentorio non ci va». Alla fine si vota. Maggioranza compatta: 22 a favore, 7 contrari, 1 astenuto (De Gasperi dei «Cacciatori»). Ma il centrosinistra continuerà a battere il tasto delle legittimità violata, tanto che abbandonerà la seduta al momento dell’approvazione delle osservazioni raggruppate per temi omogenei Questa la procedura votata dal Consiglio provinciale: relazione dell’assessore Maria Stella Gelmini, un’ora di intervento concesso ad ogni gruppo, 5-10 minuti per l’approvazione delle osservazioni al Piano suddivise in aree tematiche, infine la votazione complessiva. Il dibattito anticipa però i tempi e la relazione stessa dell’assessore Gelmini. Prende la parola Guido Galperti (Margherita): critiche alla procedura, ma riconoscimento dell’importanza di uno strumento utile al territorio spogliato negli ultimi anni da provvedimenti legislativi inique (legge regionale 23 sulle procedure semplificate per le varianti al Prg, lo sportello per le imprese, ecc). Flocchini (Lega): «I cittadini chiedono risposte e non vorrei che si procedesse a nuovi rinvii». Aldo Rebecchi (Ds): «Noi ostruzionisti? Non direi. Ricordo invece che le osservazioni al Piano arrivano in Consiglio senza l’approvazione della commssione». Alle accuse di fretta elettorale della maggioranza ribatte ancora Guglielmo Castagnetti: «Non sono questi gli strumenti della propaganda. Siamo arrivato in fondo con una accelerazione finale per non vanificare tutto il lavoro svolto finora, e sempre nel rispetto della legge». Castagnetti definisce il Piano uno strumento di civiltà, a fronte, ad esempio, della nuova legge urbanistica regionale non indicata a modello. Maria Stella Gelmini illustra poi, a grande linee, i contenuti del Piano ponendo l’accento su una delle innovazioni di maggior spessore ovvero lo snellimento della procedura e dei tempi per l’approvazione dei piani regolatori in capo ai Comuni ma nell’ambito delle prescrizioni del Ptcp. «Con l’entrata in vigore del piano – spiega ancora Gelmini – l’ente Provincia assume non solo nuove e più rilevanti competenze in materia di governo del territorio con la possibilità di un inquadramento sistematico dei diversi aspetti (ambiente, paesaggio, infrastrutture, politiche insediative) ma soprattutto le vengono assegnati strumenti più efficaci per svolgere quel ruolo di coordinamento di ricerca di maggior condivisione delle scelte, di ente che favorisca la ricomposizione dei conflitti presenti sul territorio». Alla ripresa pomeridiana della seduta l’opposizione annuncia un cambio nell’atteggiamento che terrà in aula. È Fogliata a spiegare che proprio per l’illegittimià che inficia la procedura seguita, il centrosinistra non parteciperà alla votazione delle osservazioni. «Non faremo ostruzionismo, nemmeno pensiamo di avviare ricorsi sul piano giuridico, ma non vogliamo che atti impropri ledano i diritti di chi ha presentato osservazioni e quindi non parteciperemo alle votazioni dei blocchi con le osservazioni; parteciperemo invece al voto sul piano nel suo insieme». La decisione del centrosinistra accelera i tempi del Consiglio provinciale che si incammina così velocemente verso l’epilogo. Al voto, in aula ci sono solo i consiglieri di maggioranza e le osservazioni passano senza problemi, anche grazie alla presenza dei tre consiglieri delle Lega che garantiscono il numero legale. Al dibattito sull’insieme del provvedimento, il centrosinistra rientra. Dichiarazioni di voto, contrario, affidate a Carlo Fogliata (Ds) e Mario Braga (Margherita); per la maggioranza Massimo Borghetti (Udc), Roberto Toffoli (Forza Italia) e Giovanmaria Flocchini per la Lega. Voto finale: 22 favorevoli, 5 contrari.
Nessun Tag Trovato!
La novità di maggior rilievo: i Prg verranno approvati dai Comuni