«Stiamo studiando la possibilità di valorizzare Villa Zanardelli razionalizzando maggiormente le strutture che ospitano l’Anffas, ente assai benemerito nell’assistenza ai portatori di handicap, e che attualmente occupa anche la dimora storica», afferma il sindaco di Toscolano Maderno, Paolo Elena. Giuseppe Zanardelli morì il 26 dicembre 1903 nella sua villa al Bornico di Fasano, nel Comune di Toscolano, quasi alla foce del torrente Bornico. La storica dimora, di proprietà dell’Amministrazione provinciale, è gestita dall’ente morale «Villa Paradiso» di Brescia, costituito nel 1936 allo scopo specifico di assistere i bambini colpiti da tubercolosi; allo stesso istituto appartiene anche l’attigua dimora donata dal professor Vittorio Della Rosa e che oggi accoglie il Centro Anffas.NEGLI ANNI TRENTA, Villa Zanardelli ospitò un orfanotrofio affidato alle suore che vi ricavarono anche una cappella; dopo il 1938 venne costruito l’attiguo fabbricato. Al termine della seconda guerra mondiale gli edifici furono trasformati, per qualche tempo, in tubercolosario e quindi in centro di rieducazione di minorenni. Rimasero poi abbandonati per decenni, sino al 1998 quando furono dati in comodato per dieci anni alla sezione Garda Occidentale e Valle Sabbia dell’Anffas che avviò l’opera di restauro e di aggiornamento dell’immobile per una spesa di circa un miliardo e novecento milioni di lire, recuperando anche il ciclo di affreschi delle sale al piano rialzato e le decorazioni dei soffitti in gravissimo degrado.Esiste già un progetto in proposito? «C’è un’ipotesi che va approfondita. Abbiamo, infatti, individuato e resa fabbricabile un’area adiacente a Villa delle Rose sulla quale sarebbe possibile costruire un edificio adeguato alle necessità dell’Anffas e quindi liberare l’uso della villa storica che potrebbe essere destinata ad altre attività. L’intenzione sarebbe quella di recuperare, con un opportuno restauro, l’edificio zanardelliano e quindi affidarlo a un ente universitario, possibilmente alla Statale di Milano, Università con la quale abbiamo già rapporti. Il dipartimento di Studi giuridici potrebbe utilizzare l’importante edificio per convegni, seminari di studio, corsi di specializzazione postuniversitaria e altro. In un settore si potrebbe anche allestire un museo zanardelliano, per ricordare l’insigne statista».LA VILLA, d’impianto classico a pianta quadrata, presenta tre piani a monte e quattro a lago con una scalinata che raggiunge il piano rialzato, dove si trovano pregevoli sale, anche se prive di arredamenti originali: la sala da pranzo, il salotto di ricevimento, la grande sala di conversazione o studio. Interessanti sono pure la scalinata interna e la scala a chiocciola della torretta che conduce alla terrazza belvedere. La sala da pranzo, affrescata da Ettore Ximenes, ha singolari vedute della Valle Trompia e del lago d’Iseo alle pareti e sul soffitto la balaustra alla quale si affacciano tre personaggi: Zanardelli (al centro), lo stesso Ximenes e l’impresario edile Baguzzi. Il salotto da ricevimento conserva le soprapporte di Cesare Bortolotti.Nella sala di conversazione, o studio, è rimasto solamente uno dei due interessanti affreschi dello Ximenes, «L’amore divino» (Dante e Beatrice), mentre è stato coperto da ridipinture «L’amore pagano» (Catullo e Lesbia); gli altri affreschi sono di Cesare Bertolotti e rappresentano scene agresti gardesane. Sempre dello Ximenes è anche la grande statua del parco che raffigura la Quiete (donna che regge un libro), fortemente degradata dagli agenti atmosferici. Nel piedistallo, quasi illeggibile, vi è inciso un verso di Catullo (Carmina XXXI) così tradotto da Quasimodo: «Questo il compenso di tante fatiche!».
!
Il primo cittadino Paolo Elena propone l’affidamento alla Statale di Milano