venerdì, Maggio 3, 2024
HomeAttualità«Vogliamo fatti, non promesse. Siamo pronti anche ad azioni dimostrati
Ne fanno già parte rappresentanti di Salò, Vobarno, Roè Volciano, Serle, Gavardo, Gardone R. e presto ne giungeranno altri Il Comitato prepara la battaglia

«Vogliamo fatti, non promesse. Siamo pronti anche ad azioni dimostrati

Dopo il terremoto che ha colpito tre mesi fa Garda e Vallesabbia, viene ora alla luce il «Comitato pro-terremotati» intercomunale. Obiettivo per nulla nascosto: tenere sotto pressione la classe politica e amministrativa per ottenere presto e bene ogni genere di aiuto che verrà stabilito. Mentre Clibbio, Sabbio Chiese e Gavardo, contattati, dovrebbero a breve entrarne a far parte, del Comitato pro-terremotati già fanno parte rappresentanti di Salò e Campoverde, di Vobarno e Pompegnino, di Roè Volciano, Serle e Gavardo, di Gardone Riviera e della frazione Morgnaga: «Su 300 persone che abitano quest’antico centro nato nel 1300 – spiega il morgnaghese Cipelli – solo 10 sono ancora in casa. Tutte le altre sono fuori. Un centro splendido, che ora sta morendo. L’appello è rivolto ai sindaci, a Provincia, Stato e Regione. Ma soprattutto vorrei invitare il Commissario Buscemi a visitare qualcuno del 70, 80 o 90enni che oggi sta vivendo la precaria situazione di terremotato, e sa che non tornerà ad avere un futuro. Mi auguro solo che, a Morgnaga come a Pompegnino, Clibbio o Campverde, non nasca la voglia di vendere casa, col rischio di essere preda degli speculatori». «Non voglio niente di più – dice Cristiano Briarava, di Pompegnino – ma neanche un euro di meno di quello che mi spetta. Dicono che non ci sono risorse? Io penso invece che dietro ci sia la scelta politica di non utilizzarle per il terremoto. Dopo 3 mesi, ancora non ci hanno detto quali regole seguire per ricostruire. Che dobbiamo fare? Bhe, visto che non siamo disposti a farci prendere per i fondelli, agiremo. Non ci vuole poi molto, ad esempio, a spandere letame a quintali sull’autostrada». In realtà, non si vuole arrivare a questo: «Ma se non ci sarà altro modo per farci ascoltare…». «Per ora vorremmo accontentarci di volantinaggio e striscioni, ma poi – continua Maurizio Bruni, nella scomoda posizione di doppio terremotato (ha i genitori tuttora sfollati a Morgnaga, ed ha i suoceri nella stessa situazione a Pompegnino) -l’ultima spiaggia saranno le azioni eclatanti”». «Ad oggi – si inserisce Giovanni Delai di Campoverde – nonostante le assicurazioni, a Salò ci sono 900 persone ancora fuori casa, ben 530 famiglie, 46 nella mia frazione, Campoverde. E la maggior parte degli sfollati sono anziani, per i quali è tutto più difficile. Il Commissario Buscemi deve venire qui a spiegarci cosa fare. Io stesso, da sfollato, non sono disposto a iniziare a ricostruzione casa mia. Per farlo mi servono i soldi, e se li chiedo alla banca, la mia paura è che domani possiamo essere costretti a diventare io suo inquilino, e lei padrona di casa mia. E così, nell’incertezza, finisce per ricostruire solo chi ha i soldi». Due striscioni appariranno presto, ben in vista, al bivio dei Tormini: «Terremotati di Garda e Valsabbia, per non essere dimenticati»: «La popolazione – ha spiegato il vobarnese Ernesto Cadenelli, di Cgil, Cisl e Uil Brescia, che sostiene il Comitato – vive nell’incertezza, in attesa che a fine mese arrivi l’ordinanza promessa da Buscemi, sulla quale il Comitato darà un giudizio di merito». Il sindacato pone delle richieste al Commissario: «Un incontro con lui per capire il vero significato delle scelte annunciate: il rimborso al 60% delle spese, ad esempio, riguarda solo le opere murarie? O interessa anche le opere di impiantistica e finitura? Su cosa può contare chi ricostruisce? Se tra i danni stimati e la ristrutturazione ci saranno differenze, anche elevate, chi si occuperà del maggior onere da sostenere? E poi, va stabilito quante risorse ci sono a disposizione: serve chiarezza, per poter ricostruire. Ma il Commissario deve sapere che, da parte dei cittadini, c’è molta attenzione a quanto lui sta facendo». «Il contributo del 60% – spiega Daniela Manenti di Pompegnino – che qualcuno definisce sostanzioso e non simbolico, a noi sembra invece simbolico: i 6 decimi del costo delle murature infatti, si riduce al 60% di meno della metà della spesa che si dovrà sostenere. È scandaloso, soprattutto considerando che, quando paghiamo le tasse, a noi tocca sempre versare il 100% del dovuto. E questo, con tanta rabbia in corpo, andremo a dirlo alle istituzioni». E se il buongiorno si vede dal mattino non c’è dubbio che questo comitato intercomunale non si farà certo mancare la voce per rivendicare attenzione.

Nessun Tag Trovato
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video