martedì, Marzo 19, 2024
HomeStoria del GardaStoria di Lonato di Lino LucchiniIl “censo”ed i Disciplini lonatesi

Il “censo”ed i Disciplini lonatesi

Andrea Parolino, che visse al tempo della famosa peste del 1630, nella sua “Succinta informazione dello stato della terra di Lonato avanti e dopo le sue rovine” scrive: “Non mi basta l’animo di descrivere le miserie, calamità e danni inferti a poveri Cittadini, ma basti solo il dire che fu tale che poco vi mancò che non restasse dishabitata la Terra e in quel tempo (miserie grandi e calamità deplorabili) ne morivano sino a 30, 40 e 45 al giorno, si che le famiglie che prima erano 1224 e il numero delle persone 5600, restarono 972 tra originarie e non, e il numero della persone 1800.

Dopo il passaggio della pestilenza dell’anno 1630, Lonato visse la condizione di un paese che aveva perduto due terzi della sua popolazione. Abbondavano i terreni lasciati incolti anche per la mancanza di braccia.

Per molti questo periodo fu pieno di difficoltà e amarezza.

Fortunatamente, anche se anch’essa decimata nei suoi affiliati, a Lonato aveva il suo periodo di massimo splendore ed efficienza la Congregazione dei Disciplini che aveva la sua sede presso la chiesa del Corlo. A essa furono lasciati, per testamento o donazione da chi in punto di morte si voleva assicurare la memoria orante dei confratelli, moltissimi beni immobili sia terreni che abitazioni ed essa si trovò così a dover gestire un ingente patrimonio.

Sotto la data del 30 maggio 1632, nel libro II delle parti della Congregazione si legge: Nella calamità de passati tempi sono state lasciate diverse terre ed eredità a questa Compagnia, parte libere e parte obbligate di messe e offici o altro.

Di tale considerevole patrimonio mons. Alberto Piazzi, a pagina 225 del suo libro sui Disciplini, ne ha tentato un lungo elenco che riteniamo non completo, ma che ci fornisce una buona indicazione.

Poiché esso non poteva essere gestito con i Capitoli che la Congregazione aveva in uso all’epoca, la maggior parte non poté che essere venduta tramite asta pubblica bandita dal Comune secondo le norme di diritto, il resto venduto anche con vendite dirette con l’acquirente.

La cospicua somma di denaro venuta così a disposizione fu poi investita dai Disciplini in numerosi contratti di prestito chiamati censo con garanzie quasi sempre personali chiamate sigurtà,

Il censo era un tributo che, nel Medioevo, veniva pagato ai Sovrani, ai Signori, alla Chiesa e anche allo Stato per denari prestati. Fu soppresso dalla Rivoluzione Francese.

Le domande di prestito dovevano essere presentate per iscritto ed offrire la relativa sigurtà.

I verbali inerenti ai prestiti fatti dai Disciplini del Corlo dal 1637 fino alla loro soppressione, rivelano che le decisioni di prestito a tempo indeterminato venivano sempre adottate tramite votazioni segrete effettuate durante le riunioni della Confraternita a porte chiuse, con votazione mediante bussolo con due vani: bianco per chi era favorevole e rosso per il contrario, stabilendo ogni volta il censo da applicare e l’accettazione o meno della sigurtà.

Essi si comportarono sempre con l’oculatezza e la severità di una banca del giorno d’oggi. Ne abbiamo conferma scorrendo velocemente le pagine dei libri II – III e VI delle parti.

Nel 1637, il 9 aprile, e confratelli iniziano a concedere al censo del 7,50%, con sigurtà personale di Pietro Apollonio.

Nel 1649, il 9 settembre, viene concesso un prestito, giusto l’ordinario al 7,50%, con sigurtà.

Nel 1649, il 31 gennaio, viene concesso a Orazio Forlano di S. Eufemia, ma abitante a Lonato, al 7,50%, sempre con sigurtà.

Il 20 novembre 1665 Pietro Magro concorda la restituzione anticipata del capitale.

Nel 1667, il 20 giugno, viene accettata la sostituzione di sigurtà di Giovan Battista Sperini in sostituzione di Batta Barcello. Lo stesso giorno, ad alcuni debitori a censo del 7,50% viene concessa a riduzione al 6%.

Il 16 marzo 1670 il ricavato dalla vendita di una pezza di terra viene concesso alla Comunità di Lonato al censo del 6%.

Andrea Martarello, il 13 settembre 1676, chiede di restituire il capitale avuto in prestito con l’abbuono di due mesi di censo. La proposta viene accettata: avendo molti concorrenti che richiedono denaro.

Il 28 gennaio 1685 tale B.C. acquista casa della Confraternita in contrada S.Antonio e chiede tempo 4 anni per pagare con censo del 4%, con garanzia di Giuseppe Boldrino.

Il 2 febbraio 1685 viene concesso il prestito di lire 419 planet ai fratelli Pizzocolo al 5% con sigurtà su prato di Gio Batta Carella sito al Cominello, nella zobia (giovedì).

Cosimo Parolino, il 2 settembre 1685, chiede di sostituire, per accordo fra le parti, quale debitore di 400 lire planet al 5,,5% Andrea Graziolo, però chiede la riduzione al 5%. La domanda viene respinta con 19 voti contro 17 a favore. Due mesi dopo, il 1° novembre, la richiesta viene approvata con 25 voti favorevoli e 15 contrari.

Nel 1693, il primo febbraio, i Confratelli concedono un notevole prestito di 500 lire planet a favore di Giovan Batista Roho al censo del 5,5% e sigurtà di Francesco Mattarelli.

Il 2 febbraio 1697 un prestito di lire 400 planet a Giacomo Sperini al 5% e scudi 5 al 5% a Battista Vertua con sugurtà su terreni.

Il 12 febbraio 1701 vengono respinte varie domande di prestito al 5%.

Il 14 ottobre 1703 viene concessa a censo a Giacomo Sigurtà la somma di lire 300 planet al 4% e lirer 300 planet a Gio Matia Cerebotano al 4,5%.

Negli anni successivi dal 1702 al 1705 sono registrati moltissimi prestiti al 4 – 4,5%. Dal 1706 al 1713 al 5%. Nei decenni e fino alla soppressione del Congregazione, il censo varia dal 4 al 5%.

Per quanto riguarda la tendenza seguita dai Disciplini nell’applicazione del censo nel periodo che va dal 1637 al 1797, si può rilevare che proprio durante il periodo di ripresa dalla peste, il censo si aggirò intorno al 7,5%. Col passare degli anni si stabilì, dopo frequenti oscillazioni, intorno al 5%. Per pochi anni, all’inizio del 1700 toccò il minimo del 4%

Il censo o frutto annuo nei secoli XVII / XVIII si aggirava nei territori bresciani intorno al 4-5 %. (BRXIA SACRA, 1998, p. 23).

I Disciplini amministrarono quindi, a volte usando comprensione e flessibilità nei confronti dei debitori, a volte imponendo rigidamente la loro volontà, ma sempre col rigore del buon padre di famiglia.

Questa è la ricerca dei fatti e non quella rosea di una Compagnia che voleva solo il bene della Comunità.

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