La cronaca, finora sconosciuta, dei soccorsi ai feriti e la sepoltura dei morti della battaglia di Solferino e San Martino il 24 giugno 1859 apre le «Memorie lonatesi».Impossibile fare un riassunto dei mille e mille argomenti trattati da questa cronaca minuta, addirittura quotidiana per alcuni periodi. Così che sono solo i grandi eventi, quelli che hanno segnato una svolta nella storia del paese, a trovare spazio in questa nostra sintesi.Da Garibaldi che viene a Lonato per l’inaugurazione della Società operaia di mutuo soccorso, ai progetti della ferrovia Lonato-Salò, il tiro a segno, le nuove campane, il concorso bandistico…È l’energia elettrica a portare Lonato alla ribalta bresciana e nazionale. E quella di domenica 8 luglio 1888 fu una giornata memorabile. Alle 21, al calar della sera, le contrade del centro furono infatti rischiarate dall’impianto di illuminazione pubblica alimentato dall’elettricità. Con l’accensione di 52 lampade ad incandescenza nelle strade da corso Garibaldi fino alla stazione e 14 nel teatro, Lonato entrava in una nuova era, primo fra i Comuni bresciani, anticipando Brescia capoluogo di ben sei anni e soltanto due anni dopo l’installazione dei fanali elettrici in piazza del Duomo a Milano.Turbina e dinamo erano collocate ai Mulini e sfruttavano l’energia dell’acqua della fossa Seriola. L’impianto fu realizzato dalla ditta Ing. Rivolta e c. di Milano. I fili raggiungevano, dopo quasi un chilometro, il centro e poi la stazione ferroviaria.Oltre cinquemila persone, secondo le cronache de «La Sentinella bresciana», affluirono a Lonato per l’avvenimento, anche grazie ad un treno speciale. L’illuminazione elettrica pubblica fu il primo passo verso l’introduzione nella vita quotidiana delle innovazioni tecnologiche e degli sconvolgimenti che il ventesimo secolo avrebbe portato.A cominciare dalla guerra che vide l’avvento dell’aviazione e portò i combattimenti anche nei cieli. E fra gli assi dell’aviazione le memorie ricordano il lonatese Marziale Cerutti, appassionato di motociclismo, pilota d’aerei a soli 21 anni. Abilissimo nei combattimenti, pluridecorato, fu pilota da caccia eccezionale tanto da abbattere ben 17 aerei così da essere collocato al sesto posto nella graduatoria degli assi dopo Francesco Baracca e altri ardimentosi.Chiusi gli eventi bellici la vita tornò lentamente a fiorire nel paese che guarda a nuove iniziative. È nell’estate del ’38 che la comunità scopre l’importanza del vicino lago e del turismo. Gli amministratori intuiscono quanto peserà il Garda nel futuro della regione. Il Comune così acquista un pezzo di spiaggia e crea lo sbocco a lago con il «Lido di Lonato», modernissimo per quell’epoca centro balneare e ricreativo. È dotato di chiosco elegante, cabine spogliatoio. In acqua viene collocato un trampolino in legno addirittura di 3 piani. Il lido viene inaugurato il 23 giugno. Il «dopolavoro di Lonato» lo definisce uno dei migliori. Si balla, si suona musica, si beve, si fa il bagno. All’inaugurazione c’è la banda, ci sono gare di nuoto e tuffi, e di barche.La stagione balneare è un successo. Tanto che un mese dopo, in luglio viene istituito il servizio di collegamento automobilistico che parte da Lonato all’1,30 in coincidenza con l’arrivo dei treni. La corsa, andata ritorno, costa lire 1,50. E nel 1939 Lonato investe in pubblicità stampando un depliant turistico (approvato dal Ministero della cultura popolare) che «offre festosa ospitalità, comode gite, ricordi della dominazione veneta e viscontea, colline ricche di memorie del Risorgimento, un lido sul più ampio e ridente golfo del lago, opere d’arte, vini di delicato profumo, comodi alberghi, nessuna tassa di soggiorno».Nello stesso anno, domenica 20 novembre viene inaugurata la nuova scuola elementare con una festa tipica del periodo. L’edificio accoglierà prima le elementari e poi le medie dove generazioni di lonatesi hanno studiato e dove continuano a farlo oggi gli studenti dell’Itis. In questi anni si ritira a Lonato il sen. Ugo da Como che restaura l’antica «Casa del podestà» trasformandola in cenacolo di cultura, attorniandosi di studiosi e letterati, anche di libri e raccolte preziose che, alla sua morte nel 1941 diventano, per volontà testamentaria assieme al castello ed alle proprietà, il cuore della Fondazione, patrimonio inestimabile della casa-museo. È l’evento culturale più importante del Novecento.Ma ecco subito dopo arrivare le nubi e le devastazioni del Secondo conflitto mondiale che segna pesantemente Lonato, bombardata più e più volte per la stazione ferroviaria e quell’unica galleria esistente sulla Milano-Verona dove trovano rifugio i convogli. Le «memorie» dedicano ben duemila pagine agli anni fra il 1942 ed il ’45. Molte sono le vittime delle bombe. Il 14 dicembre 1944 viene centrato l’istituto delle Canossiane: muoiono la maestra venticinquenne Elisa Corgiat e Giuseppina Della Gaburra; 5 sono i feriti. Il 24 aprile le schegge di una bomba uccidono Giovanni Rovida, segretario comunale autore di un interessantissimo diario. Si trovava all’inizio della discesa di Salmister per osservare i bagliori del bombardamento di Desenzano. La guerra finirà il giorno dopo. Lonato fu al centro delle vicende belliche anche perché sede del Ministero della marina, trasferita dalla Spezia a Villa Scalvini in frazione San Polo. Le truppe della Decima Mas occupano palazzo Zambelli, l’asilo comunale, palazzo Carpani mentre il comando con il principe Borghese si insedia nella «Casa del podestà», sede della fondazione Ugo Da Como. Gli alloggiamenti sono a Sedena e Bettola. Le preoccupazioni per i tesori della prestigiosa istituzione lonatese convincono i responsabili a disobbedire all’invito a trasferire tutto a Venezia e nascondono i libri più preziosi nella monumentale tomba Girelli, al cimitero. Solo tre persone conoscono l’ubicazione del nascondiglio che consente di salvare questo patrimonio.La ricostruzione ed il boom economico segnano altre tappe nella seconda metà del Novecento. Nel 1949 vengono ricollocate sulla torre le campane con il campanone da 1.562 chili. Il comune fa festa, stampa un numero speciale, promuove dal 26 al 28 agosto grandi festeggiamenti: il concorso bandistico, concerti, cerimonie religiose, fuochi d’artificio. Nel 1955 Antonietta Bondoni vedova Papa dona ottomila metri quadrati di terreno dove viene costruito il nuovo ospedale-sanatorio «Villa dei colli»: un corpo centrale a due piani con 100 posti letto su progetto dell’ing. conte Antonio Lechi e del geom. Cesare Comencini e diretto dal tisiologo prof. Gianfranco Papa. La prima pietra viene posata il 23 settembre 1958, quando presidente dell’ente ospedaliero è Pietro Morazzo; l’inaugurazione è il 7 dicembre ’59. E nel ’56 prende forma anche la costruzione dell’autostrada Serenissima che segna una svolta epocale nell’opera di ammodernamento della rete di comunicazioni nazionale. Il 18 dicembre vengono compilate le liste delle ditte invitate alla gara d’appalto, una cinquantina . L’autostrada è in avanzata costruzione il 15 ottobre del 1957 quando il sindaco, avv. Giovanni Rossi accompagna nel sopralluogo, sui cantieri che tagliano le colline gardesane, le autorità nazionali. Lonato si lascia sfuggire però l’opportunità di avere il casello di entrata e uscita. Ne vengono realizzati ben due ma entrambi in territorio di Desenzano.Occorre attendere fino agli anni Novanta e l’occasione dei Mondiali di calcio di Roma per veder finalmente costruita la circonvallazione che allontana il traffico dal centro storico tagliato in due dalla Statale l1, diventata con il traffico intensissimo la “strada della morte” per i numerosissimi incidenti.Il primo progetto risale addirittura alla fine della Seconda guerra mondiale. Allora si era scelto di costruire la variante a sud dell’abitato aprendo anche un cantiere verso Desenzano poi abbandonato. La tangenziale, quasi mezzo secolo dopo, è stata poi costruita a nord con una galleria lunga 1.500 metri che sottopassa le colline moreniche nella zona di San Zeno.È l’ultima grande infrastruttura del Novecento per Lonato.
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Dall’avvento dell’illuminazione pubblica alla tangenziale, attraverso mille vicende
La notte in cui il centro di Lonato si rischiarò a giorno
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