lunedì, Luglio 7, 2025
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Una maggiore informazione tra gli appassionati delle scalate eviterebbe pericolose confusioni tra i numeri d'emergenza. Molti climber tedeschi in difficoltà compongono il 112 anziché il 118

Aiuti più rapidi in parete col numero giusto

Era impegnata in un’ascensione sulla parete Zebrata di Pietramurata quando ha perso l’appiglio ed è scivolata per qualche metro. Protagonista dell’incidente, avvenuto poco prima delle 11 di ieri mattina, una giovane rocciatrice tedesca che fortunatamente ha riportato solo la frattura di una caviglia. A lanciare l’allarme è stato l’amico che era in cordata con lei. Si è trattato di un incidente come tanti, insomma, ma anche questa volta si è riproposto un “piccolo” problema che, in pochi malaugurati casi, potrebbe diventare “grande”. Per lanciare la loro richiesta d’aiuto i climber tedeschi compongono sempre il 112, che in Germania corrisponde al nostro 118, e chiamano la centrale operativa dei Carabinieri.L’allarme parte immediatamente, ma cionostante si perdono minuti che possono essere vitali. Non certo per colpa dei militari dell’Arma, è ovvio. Gli operatori del 112, infatti, raccolgono la richiesta, ma devono “girarla” al 118 che, a sua volta, allerta gli uomini del Soccorso Alpino e l’elicottero. Si tratta in tutto di una manciata di secondi a cui vanno aggiunti quelli persi per difficoltà di carattere puramente tecnico. Spesso, nella concitazione, chi chiede aiuto non fornisce tutte le coordinate per essere raggiunto nel minor tempo possibile e, d’altro canto, l’operatore del 112 non conosce (e non è nemmeno tenuto a conoscerle) tutte le vie, le ferrate, le pareti e i passaggi che, sulle montagne del circondario, possono essere teatro di incidenti. E così, elicotteristi e soccorritori intervengono sulla base di dati poco precisi che, in molte occasioni, li costringono a perdere tempo prezioso nella ricerca dei feriti. Cosa che non accadrebbe se venisse chiamato direttamente il 118, canale diretto per l’allertamento degli uomini del Soccorso Alpino. In poche parole, chi richiede aiuto viene messo in comunicazione diretta con i soccorritori – a volte parla con la stessa persona che pochi minuti più tardi si calerà con il verricello per aiutarlo – e fornisce loro le informazioni necessarie per un intervento “a colpo sicuro”. Perché ciò accada sempre, però, occorre che i climber siano informati meglio sull’esistenza del 118. A tutt’oggi, infatti, nelle strutture turistiche e soprattutto nei campeggi arcensi, manca qualsiasi tipo di depliant o cartello. Una lacuna che va colmata in fretta perché mai come in questo caso vale lo slogan “Una telefonata allunga la vita”.

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