Il rinascimento dell’enogastronomia bresciana è una realtà ormai inconfutabile, e la sua forza sta nella capacità di difendere la tradizione e di valorizzare il passato: ne è convinto Alessandro Redaelli De Zinis, presidente della delegazione Alto-Mantovano e Garda Bresciano dell’Accademia della Cucina Italiana, che ha riunito i suoi delegati alla Spia d’Italia di Lonato per il consueto appuntamento augurale e di bilancio di fine anno. Alla serata hanno partecipato numerosi ospiti di rilievo, tra i quali Maurizio Banzola, presidente dell’Apt di Brescia, Alberto Pancera, presidente dell’Ente Vini Bresciani, e Giovanni Trerotola, direttore dell’Unione Provinciale Agricoltori di Brescia: tutti d’accordo nel decretare il 2001 come un anno decisivo per l’affermazione di Brescia nell’olimpo delle geografie nazionali del buon vivere. L’hanno capito anche i turisti, che secondo Banzola considerano ormai l’enogastronomia come una componente fondamentale della nostra offerta turistica: e l’agricoltura, secondo Trerotola, risponde a questi fermenti aggiornando il tiro della produzione alle esigenze di un mercato sempre più esigente. Insomma, meno quantità e più qualità: da qui i risultati sempre più elevati ottenuti in campo vitivinicolo, ma anche da tante altre produzioni tipiche, così come da una ristorazione che, anche secondo il «termometro» dell’Accademia, sta conoscendo una nuova primavera soprattutto nell’area gardesana. «La nostra delegazione, che è composta da venti accademici, copre una zona che va da Goito a Limone – ha spiegato Redaelli De Zinis -. E dalle visite ai ristoranti che abbiamo effettuato durante l’anno possiamo dire che la crescita è innegabile: abbiamo segnalato al pubblico una quarantina di insegne secondo noi di grande pregio, indicatrici di un’offerta che conosce indubbi incrementi qualitativi ogni anno». Durante la serata gli accademici gardesani hanno assegnato il premio «Dino Villani»: un riconoscimento esclusivo concesso dalla sezione nazionale, che ne attribuisce non più di una decina all’anno ad aziende agroalimentari di nicchia, che si caratterizzano per produzioni artigianali di altissima qualità, caratterizzate dalla rigorosa esclusione di conservanti di qualunque tipo. Il premio della delegazione gardesana è andato all’azienda Le Tamerici di Mantova, specializzata nella produzione artigianale di particolari mostarde e marmellate, che sono state oggetto di accostamenti e degustazioni anche durante la serata.
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Vini e olio di qualità: il «rinascimento» dell’enogastronomia bresciana è già realtà