L’Unità Operativa di Rianimazione (Terapia Intensiva) dell’Ospedale di Desenzano, diretta da Nicola Petrucci, ha avviato nel gennaio 2013, dopo una fase sperimentale durata circa 6 mesi, un percorso interno che ha portato ad un modello di gestione del reparto e delle sue attività basato sul concetto di reparto “aperto” adottato in Italia solo dal 3% delle Terapie Intensive, ma già ampiamente diffuso in molte realtà estere con picchi del 40-60% tra le Terapie Intensive dei Paesi del Nord Europa.
“Il ricovero in Rianimazione – dichiara il Direttore Generale Marco Votta – è sempre un evento traumatico per i pazienti e per i loro familiari. E’ sempre segnato da una linea che separa il prima dal dopo che non potrà più essere come prima almeno nel breve tempo. Per questo siamo fieri di essere tra le poche aziende ospedaliere italiane che hanno adottato questo innovativo modello terapeutico-assistenziale in Rianimazione e sono certo che l’esperienza maturata fino ad oggi, oltre ad essere stata utile per gli operatori, è stata fondamentale soprattutto per i pazienti per i quali la presenza delle persone care può aiutare a contenere l’ansia e superare la fase critica.”
Cosa si intende per Rianimazione “aperta”?
La Rianimazione “aperta” prevede uno stretto rapporto di partecipazione al processo di cura da parte dei familiari dei pazienti ricoverati. A loro viene concessa la possibilità di stare in compagnia dei propri congiunti ogni giorno dalle ore 14.30 alle 19 ed è stato dimostrato da numerosi studi internazionali che la presenza prolungata di un familiare al letto del paziente migliora gli esiti del processo di cura caratterizzato spesso da patologie importanti o grossi traumi.
Il ricovero in Rianimazione può portare a importanti alterazioni della personalità ed a disturbi cognitivi che possono manifestarsi anche a distanza di tempo. Durante il ricovero le barriere fisiche, relazionali e temporali non sono effettivamente utili alla cura del malato ed il mantenimento dell’integrità familiare e relazionale può favorire un migliore superamento dello stress, del dolore e del disagio dovuto ad esempio alla presenza di una protesi respiratoria (tubo tracheale).
Gli operatori della Rianimazione, che sono stati adeguatamente formati per una corretta gestione delle attività, si fanno carico della situazione emozionale dei familiari, anche grazie all’aiuto di uno psicologo che, se necessario, partecipa ai colloqui tra equipe curante e familiari instaurando così una gratificante relazione umana tra staff sanitario e familiari.
Per poter realizzare questo modello di assistenza sono stati fatti degli investimenti che hanno permesso di apportare modifiche strutturali al reparto con l’adeguamento di alcune aree e la creazione di spazi riservati per l’accoglienza di parenti e visitatori. E’ stato migliorato il comfort e la luminosità degli ambienti ed è stata fatta una scelta accurata dei colori in linea con i principi della “cromoterapia”, la tecnica che utilizza i colori per trasmettere percezioni positive in relazione alla destinazione d’uso degli ambienti.
Secondo questi criteri e grazie alla collaborazione di professionisti che avevano già realizzato opere simili in altri grandi Ospedali, sono stati decorati gli ambienti aperti ai visitatori ed il soffitto delle stanze di degenza per un maggior benessere di pazienti ed operatori.
Il colloquio con i familiari
Il colloquio con i familiari, che avviene ogni giorno alle ore 13.30, è un momento di fondamentale importanza in cui lo staff sanitario condivide con i parenti le condizioni del malato.
Le informazioni sul decorso clinico vengono date ai familiari frequentemente dall’intera equipe presente, sia medica che infermieristica, e le strategie terapeutiche vengono spiegate e condivise con i familiari. L’infermiere partecipa attivamente al colloquio e accompagna i familiari al letto spiegando loro il significato delle varie attrezzature e dei dispositivi connessi al paziente.
Ai familiari è permesso l’ingresso in reparto per un lungo periodo della giornata senza obbligo di indossare indumenti di protezione, guanti o mascherine, viene richiesto solo di indossare dei calzari ad eccezione di casi particolari cioè in presenza di potenziali rischi infettivi sia riferiti al paziente che al familiare.
Non vengono quindi posti limiti di contatto con il paziente, ma solo alcune semplici regole una su tutte: il lavaggio delle mani all’ingresso e all’uscita che viene effettuato con un apposito gel antisettico messo a disposizione all’entrata delle camere di degenza.
Follow up
I pazienti dimessi dalla Rianimazione vengono richiamati presso l’ambulatorio di follow up sei mesi dopo il ricovero per un colloquio, condotto da un medico del reparto e da uno psicologo con una preparazione specifica nell’approccio a pazienti e familiari finalizzato a valutare gli effetti a distanza della degenza e per fornire un eventuale supporto.
“Sono assolutamente d’accordo – prosegue il Dr. Benvenuto Antonini Direttore Dipartimento Emergenza Accettazione – sul fatto che le Rianimazioni vadano aperte maggiormente ai famigliari dei pazienti ricoverati e che debba essere fatto ogni sforzo per umanizzare i nostri ospedali e rendere meno stressante la degenza.”
PRELIEVO ORGANI
Seguendo una tradizione già positiva, è proseguita la particolare attenzione verso la donazione di organi e tessuti che rappresenta la sola speranza di vita per le numerose persone in lista di attesa per un trapianto.
Nel corso dell’anno 2013 sono stati effettuati 5 prelievi multiorgano, con 13 organi donati ad altrettanti pazienti in attesa di trapianto (8 reni, 4 fegati, 1 cuore più tessuti vascolari). A ciò si devono aggiungere 76 cornee prelevate da cadavere.
E’ importante sottolineare che, in tutti i casi, non vi è stata opposizione al prelievo da parte dei familiari. In 3 dei 5 casi si trattava di famiglie di origine e tradizione desenzanese che, con il loro consenso, hanno dimostrato fiducia nell’operato dell’Ospedale e della Rianimazione in particolare.
“Gli importanti numeri registrati nell’attività di prelievo di organi – sottolinea il Direttore Sanitario Annamaria Indelicato – permettono all’Azienda Ospedaliera di Desenzano si porsi, in provincia, subito dopo gli Spedali Civili di Brescia: un risultato eccezionale considerato che nelle nostre strutture non sono presenti reparti di Neurochirurgia dove vengono accolti pazienti con patologie cerebrali.”
I NUMERI DELLA RIANIMAZIONE
Posti letto: 6 accreditati nel sistema Urgenza/Emergenza 118.
Nel 2013 sono stati ricoverati 213 pazienti con una degenza media di 2.45 giorni.
La mortalità è stata del 26.7%, in calo del 5% rispetto al 2012 ed in linea con il dato medio nazionale delle rianimazioni del nord Italia.
L’età dei ricoverati va dagli 8 ai 90 anni con una media di 65 anni.
La tipologia di malati più rappresentata è data da pazienti affetti da sepsi grave di varia origine e natura. In accordo agli obiettivi regionali, l’Unità Operativa. ha sviluppato un sistema di sorveglianza che garantisce l’immediata identificazione ed allerta in caso di germi multi-resistenti agli antibiotici.
L’equipe medica è composta da 14 Dirigenti Medici che si occupano sia della parte anestesiologica che di quella rianimatoria; l’equipe infermieristica è composta da 12 infermieri, cui si aggiungono 3 operatori socio sanitari. La coordinatrice è la Sig.ra Angiola Ferretti.
E’ attivato da anni un servizio di Analgesia per il parto H24 e un Ambulatorio di Medicina Complementare (Agopuntura e Auricoloterapia). La Terapia del Dolore è garantita a tutti i pazienti operati, e da gennaio 2014 è stato attivato un Ambulatorio per i pazienti esterni.
Vengono attuate tecniche moderne di supporto rianimatorio, quali depurazione extra-corporea, monitoraggi invasivi avanzati, tecniche di medicina visuale che si avvalgono di metodiche ecografiche.
E’ inoltre in corso la sperimentazione di un metodo innovativo di sanificazione degli ambienti contaminati con uso di perossido di idrogeno e cationi di argento nebulizzati che sta portando ad una drastica riduzione della presenza di contaminanti.