giovedì, Maggio 2, 2024
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Si sta avvicinando l'«ora X» per il brillamento delle centinaia e centinaia di ordigni risalenti all'ultima guerra, rinvenuti questa primavera nel tratto di lago compreso tra la Punta Grò di Sirmione e il litorale di Peschiera del Garda

Arsenale sub lacuale in fase di bonifica

Si sta avvicinando l’«ora X» per il brillamento delle centinaia e centinaia di ordigni risalenti all’ultima guerra, rinvenuti questa primavera nel tratto di lago compreso tra la Punta Grò di Sirmione e il litorale di Peschiera del Garda. Si tratta di una certezza perché la notizia è stata confermata dalla Prefettura di Brescia.Ieri avrebbe dovuto svolgersi infatti un vertice, promosso dallo stesso prefetto Alberto De Muro, al quale erano stati invitati i due sindaci di Sirmione e Peschiera, Maurizio Ferrari e Umberto Chincarini, oltre a una rappresentanza del Comando Subacquei Incursori della Marina Militare, che stanno scandagliando i fondali del Garda ormai da un anno. All’ultima ora, però, come viene riferito dalla Prefettura, il summit è stato rinviato a causa di un impedimento dei militari.Ma si tratta di uno slittamento di pochi giorni. Entro una settimana, dunque, verranno illustrate le modalità con le qualiSi uomini del Gruppo operativo Subacquei della nostra Marina ritengono di poter recuperare gli ordigni per poi riportarli in superficie e neutralizzarli. Oppure – un’ipotesi molto suggestiva, ma remota all’atto pratico – farli deflagrare negli stessi fondali. I sommozzatori, come si ricorderà, si trovano nelle nostre acque da oltre un anno, da quando cioè vennero rese note dal Comando della Nato le coordinate entro le quali le famose sei bombe a guida laser – sganciate da un jet in missione di guerra in Kosovo a mezzogiorno di venerdì 16 aprile ’99 – si sarebbero dovute trovare. Ricerche che ormai durano da un anno, senza il benché minimo risultato.Cosa è successo? Che i sommozzatori, invece dei sofisticati ordigni Nato, hanno invece scovato un arsenale a pochi metri di profondità al largo di punta Grò. Tanto da sollecitare l’Ispettorato di Porto di Verona e di Desenzano ad emanare due ordinanze di divieto della navigazione e di qualsiasi attività in superficie, compresa ovviamente la pesca. Il divieto permane tuttora.Sulla vicenda si è occupato anche il senatore leghista Massimo Wilde con numerose interrogazioni parlamentari (senza mai ottenere risposta), soprattutto per capire se e per quanto tempo tale divieto avrebbe dovuto continuare, con danni all’immagine turistica del lago di Garda.Da parte delle autorità militari è stato finora opposto il più stretto riserbo. Si è appreso, appunto, soltanto l’invito del Prefetto di Brescia per decidere probabilmente il piano di sicurezza per effettuare il brillamento degli ordigni bellici.«Credo che non sia competenza del Prefetto di Brescia avviare questo piano di recupero, bensì del suo collega di Verona – afferma l’on. Umberto Chincarini, sindaco leghista di Peschiera, raggiunto dal nostro giornale a Roma – e non capisco nemmeno l’improvviso rinvio della riunione che era stata fissata per oggi (ieri per chi legge, ndr.). Certo è una situazione che deve essere ben chiarita: si tratta delle bombe del jet Nato oppure di ordigni dell’ultima guerra mondiale?».

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