sabato, Maggio 4, 2024
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L’assessore Sala: «Delibere provinciali per evitare i danni dei ricorsi al Tar sui decreti regionali». Prelievo degli ungulati: l’alta Valcamonica è in prima fila per il cervo

Caccia in deroga, scelta locale

Terminate le elezioni, e insediata da pochi giorni la nuova Giunta provinciale, per gli assessori è iniziato il lavoro istituzionale. E in particolare, visto che i tempi stringono, va segnalata la prima usita ufficiale del responsabile della Caccia, Alessandro Sala, che ieri ha presentato alcune novità relative alla prossima, e vicina, stagione venatoria. L’attenzione è rivolta in particolare alla vecchia questione della caccia in deroga: domani verrà approvato il calendario venatorio, che dovrà essere successivamente recepito dalle regioni e dalle province, e Sala si augura «che passero e storno siano ancora una volta concessi alla caccia, ma attraverso delibere delle amministrazioni provinciali: in questo modo, gli eventuali ricorsi al Tar non avrebbero, se accolti, le stesse conseguenze dello stop a un decreto di livello regionale. Tra l’altro la nostra provincia ha registrato danni documentati alle colture per 21 mila euro, e l’abbattimento di passeri e storni avrebbe una base giustificativa concreta», Un altro appuntamento è fissato per il 14 settembre a Malga Rosello, ad alta quota a cavallo tra i comuni di Gianico ed Esine. In questa località verrà presentato il nuovo calendario venatorio provinciale, che verrà aperto dalle prime possibilità di caccia nello stesso mese, nelle giirnate di sabato 18 e domenica 19. E tanto per continuare a parlare di quest’area montana, nella quale la Provincia ha voluto allestire una sorta di centro studi sulla gestione ambientale, il Broletto sta lavorando alla stesura di un accordo con le università di Torino, Milano e Firenze, affinché la malga possa diventare la sede delle esercitazioni pratiche per i laureandi in discipline naturalistiche. Il capitolo richiami vivi? Mentre si lavora alla rivalutazione dei roccoli, visti come elementi tipici del paesaggio boschivo e quindi dotati di una dignità quasi architettonica, la pratica dell’uccellagione trova nuovi proseliti. Sempre Sala, infatti, ha annunciato che nelle ultime ore a Bologna ben venti bresciani hanno sostenuto l’esame per ricevere il «patentino» di tenditori di reti. Passiamo alle operazioni di ripopolamento faunistico. Nei giorni scorsi, è stato ricordato, sono stati liberati nel Comprensorio di caccia alpino di Breno una decina di camosci. «Sono tutti muniti di radiocollare – ha specificato l’assessore –, per poter essere monitorati ogni giorno in tutti i loro movimenti. Speriamo che questa operazione ci permetta di realizzare un ripopolamento adeguato di quel territorio». E il prelievo degli ungulati? L’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs) ha ricevuto una proposta di abbattimento relativa al cervo e al capriolo. Una proposta «calibrata», perchè secondo l’amministrazione provinciale la popolazione di cervo ha visto un incremento ottimale, soprattutto nei comprensori alpini di caccia di Pontedilegno e di Edolo, mentre il numero di caprioli è complessivamente diminuito. I numeri? Nel comprensorio di Ponte è previsto l’abbattimento di 103 capi, che diventano 44 nel secondo. Per qunato riguarda i caprioli, invece, dovrebbe essere possibile abbatterne 9 a Edolo (sui venti richiesti), 10 a Ponte (la proposta era di 16), 11 nel comprensorio della Valtrompia (su 15 richiesti), 5 in Valsabbia (si era parlato di 14) e 55 (su 76) nell’alto Garda.

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