venerdì, Ottobre 11, 2024
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A Punta Staffalo. Settecento studenti lo hanno già visitato

Centro rilevamento sentinella ambientale

Nell’assegnazione della bandiera europea per l’ambiente a Sirmione, nell’anno 2000, ha avuto un notevole peso l’attività di informazione e i programmi di educazione ambientale organizzati dal Comune. Che poi questa «Bandiera blu» sia stata ammainata lo scorso anno, è cosa nota, così come i motivi: è bastato che una sola spiaggia risultasse vietata ai bagni per pochi giorni ed ecco che i parametri di valutazione prescritti dalla rigida normativa sono saltati completamente. Ma è rimasto elevato il punteggio per il riconoscimento a Sirmione di cittadina-modello per l’attività di educazione ambientale. Tutto questo grazie al Centro di rilevamento ambientale, giunto al suo quarto anno di vita, il cui responsabile – Gabriele Busti -, unitamente al coordinatore scientifico Eugenio Zilioli, ha presentato nei giorni scorsi il bilancio del 2001. Desta una certa sorpresa, ad esempio, sapere che da maggio a dicembre sono transitati quasi 720 ragazzi provenienti da diciassette scuole delle province di Brescia, Mantova, Verona e da quella di Oldenburg (Germania). Gli alunni hanno potuto seguire delle lezioni e delle dimostrazioni nel laboratorio della sede del centro, a Punta Staffalo: meteorologia, idrobiologia, botanica, ecologia. Senza contare i percorsi naturalistici durante i quali i ragazzi hanno potuto vedere aspetti della natura e della flora del lago. Inoltre, il Centro di rilevamento ambientale sirmionese, che si avvale anche dell’opera del professor Gian Luca Fila, ha realizzato il quinto opuscolo informativo (i precedenti «Quaderni» sono stati distribuiti negli anni scorsi) dedicato alle spiagge di Sirmione, tradotto in tre lingue, al fine di «informare con termini oggettivi i turisti e i visitatori sul fenomeno della cercaria, noto anche come gratarola dei bagnanti». Nell’àmbito della ricerca, il centro, insieme ai comuni di Pozzolengo e Padenghe, ha partecipato al progetto «Life» dell’Unione Europea per la sostenibilità dell’ambiente, ha quindi steso un altro progetto per tutelare Punta Grò come area protetta, è stato coinvolto nella commissione tecnica per l’emergenza delle erbe macrofite nel basso lago, ha avviato una campagna di rilevamento di plancton e benthos per monitorare le zone costiere. Il Centro di rilevamento, inoltre, ha assunto notorietà anche per la diffusione dei suoi famosi bollettini meteo, che fanno il giro dell’intera area gardesana e di parte della province di Brescia, Mantova e Verona (campeggi, uffici e agenzie turistiche, enti pubblici e strutture ricettive). Il centro è collegato alle stazioni meteo di Cà dei Frati (a Lugana), centro storico (osservatorio amatoriale Bianchi), Puegnago e Calvagese. E ancora, la struttura ambientale collabora alla stesura dei piani informativi all’interno della Protezione civile. Pur contando su poche risorse finanziarie, questo «gioiellino», invidiato da molte località, continua a crescere ed è diventato unico punto di riferimento non soltanto per le previsioni meteorologiche ma anche per le attività di ricerca scientifica.

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