lunedì, Aprile 29, 2024
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Dopo il concorso del maggio 2001 e la premiazione di quattro opere. Il libro è stato presentato in una serata con la compagnia Cafè di piöcc

Commedie in dialetto da sfogliare

Il 1° Concorso dialettale Città di Montichiari ha visto a fine anno compiersi il 2° atto, dopo l’eccellente risultato del mese di maggio quando 55 concorrenti con 80 opere parteciparono con i loro lavori. I primi quattro classificati furono premiati da una giuria esigente, ma le opere di altri 19 sono state inserite in un bel libro di 150 pagine che è stato diffuso nella sala Scalvini del Centro Fiera davanti ad un pubblico interessato ed attento ma anche divertito dalla vivace e commovente cornice offerta dalla Compagnia dialettale Cafè di Piöcc. Il monteclarense Giorgio Agnetti vinse il 1° premio in quel «Ta ricordet chei temp endrè», che è anche il titolo del libro e che risultò essere uno dei momenti più attesi e suggestivi del «Maggio monteclarense 2001», organizzato dall’assessorato per la Cultura del Comune e dalla Pro Loco di Montichiari, con il patrocinio della Provincia di Brescia e della Bcc del Garda. Agnetti vinse con «Le prede de Munticiar»; Felice Filippin Lazzeris di Cologne conquistò il secondo premio con «La balarina»; alla monteclarense Marzia Borzi il terzo premio per l’opera «El Sermu dela me nona» e ad Angelo Facchi di Gottolengo il quarto premio per il racconto «La Cirla». I quattro vincitori furono accolti domenica 3 giugno nella Pieve di San Pancrazio, e furono premiati subito dopo l’inaugurazione della Mostra d’arte sacra, altro importante tassello della rievocazione medioevale che è divenuta ormai per Montichiari un appuntamento fisso. Hanno partecipato alla bella serata nel Centro fiera il sindaco di Montichiari Gianantonio Rosa con gli assessori Elena Zanola, Cristina Cipriani , Massimo Gelmini, Sandro Zampedri ed una buona rappresentanza dei 55 concorrenti che hanno aderito al concorso. Presente anche Carlo Rognoni, inviato dal professor Ettore Albertoni, assessore alle Culture, identità ed autonomie della Lombardia, che ha avuto parole di elogio per l’iniziativa ed ha tracciato un profilo del lavoro che l’Ufficio identità ed autonomie di Milano sta tessendo per la difesa e lo sviluppo delle tradizioni locali e dei gruppi che le rappresentano. La brava compagnia Cafè di Piocc ha presentato alcuni brani del suo repertorio e poi sono state recitate alcune poesie estratte dal libro. A Peppino Mura, il più anziano del gruppo, ma anche il più rappresentativo poiché 30 anni fa fondò il Cafè di Piocc (con Augusto Desenzani e Beppe Boschetti), l’Amministrazione comunale ha fatto omaggio di un orologio, che ricorda «I temp endrè», e di una penna, con l’augurio di continuare a scrivere per tanti anni ancora.

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