Il 22 aprile scade il termine per la presentazione delle osservazioni dei Comuni interessati all’attraversamento dell’alta velocità. Fra questi c’è Lonato, sconvolto tanto in superficie che nel sottosuolo da diversi chilometri di galleria. Il sindaco Morando Perini, di fronte a questo ultimatum per poter incidere sul progetto, pensa ad una tabella di marcia in 4 tappe. Un primo esame tecnico da parte dell’ufficio comunale, un confronto tra le varie forze politiche presenti in Consiglio comunale, un’assemblea pubblica, infine l’invio della sintesi delle raccomandazioni prima del round finale. Va detto che il tratto lonatese della Tav, almeno sotto il profilo teorico, è quello che meno minaccia il territorio. I supertreni, infatti, lo attraverseranno quasi interamente in galleria: un tunnel di oltre sette chilometri, alla profondità media di 30 metri. «E invece – ci spiega il sindaco Morando Perini, alla guida di una Giunta ambientalista – siamo preoccupati, perché l’opera che si va realizzando, per la sua mole, merita un’attenzione speciale. È una scelta che va al di là del nostro iter amministrativo. Non siamo contrari a questo progetto, però vogliamo precise risposte su diversi argomenti come la cantieristica, le cave di prestito, le eventuali ripercussioni sulle falde acquifere». «Ci sono poi errori anche madornali che fanno capire come il progetto preliminare non sia stato supportato da sopralluoghi. Voglio dirne uno per tutti: la roggia Lonata, il canale irriguo, di proprietà del Consorzio Medio Chiese, viene invece indicato come una strada di cantiere, da usare per il traffico delle betoniere, dal passaggio a livello di Campagna fino alla Bettola. Si intendono forse usare delle chiatte? Peccato che nel periodo invernale il canale sia completamente asciutto. Peccato non sia un pesce d’aprile… Non era il caso, con questo genere di errori, invece di chiedere le osservazioni ai Comuni, di far gestire a loro lo studio sul territorio?». Ma il sindaco non risparmia altre considerazioni. «Una galleria per la quale si prevedono almeno 50 mesi di lavoro richiederà due cantieri di vaste dimensioni. Si è pensato a tutta la logistica, l’impatto del traffico, su una rete già molto provata, nei pressi dei cantieri? Nessuna velleità, però non vogliamo che Lonato venga sconvolto… E poi: da quali cave saranno ricavate le enormi quantità di sabbia e ghiaia per la nuova ferrovia? Magari con cave di prestito, con il rischio che diventino discariche nel giro di pochi anni o permanenti… Sappiamo come finiscono queste cose!». Se a queste preoccupazioni si aggiungono poi altre incognite ambientali, come lo smaltimento dei materiali di scarto, si può capire come la tensione sia in crescendo. Per l’8 aprile è stata convocata dal sindaco la riunione dei capigruppo, proprio per affrontare l’intera questione. Da sottolineare che all’interno della maggioranza di «Lonato ambiente con l’Ulivo» i quattro consiglieri della Margherita hanno deciso di costituire un proprio gruppo guidato da Emilio Baresi. Una lettera ufficializza il «parto» che sarà presentata nel prossimo Consiglio; ma va detto subito che tutto questo non va letto come uno sgarro alla maggioranza, ma semmai come richiesta di un confronto serrato. E uno dei primi passi sarà la vicenda dei supertreni che minacciano le colline moreniche del Garda, ma anche industrie ed aziende agricole. Infatti, se per Lonato la nuova linea veloce sarà in galleria, per Desenzano e Pozzolengo è fuori terra.
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Il 22 aprile scade il termine per le osservazioni; l’8 si farà la riunione dei capigruppo. Il sindaco: «Vogliamo risposte sui problemi ambientali»