lunedì, Maggio 6, 2024
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L’ intervento attuato nella zona del basso Garda, dove sono in aumento le rumene minorenni. Polizia municipale e Asl veronese collaborano al loro recupero

Così salvano le baby-lucciole

Baby prostitute strappate alla strada e riportate ad una vita normale. A Sirmione, grazie ad un programma concordato tra la Polizia Municipale e un’azienda sanitaria locale veronese, molte ragazzine, in gran parte di nazionalià romena, sono state convinte dagli agenti ad allontanarsi dalle case, dove erano segregate dai loro aguzzini, per realizzare il sogno per il quale avevano intrapreso il viaggio verso l’Italia: un lavoro dignitoso. Un fenomeno quello della prostituzione che sta preoccupando la polizia urbana sirmionese, e che riguarda ora l’abbassarsi dell’età delle ragazze fermate, che risultano avere 15 o 16 anni. Dietro a questo odioso racket della prostituzione, che organizza viaggi tra la Romania e la ricca riviera del Garda, c’è un’altrettanta odiosa domanda, che viene dal mercato del sesso locale: donne sempre più giovani, meglio se vergini. L’agghiacciante scoperta è stata fatta al termine di alcuni colloqui che queste sventurate giovani hanno tenuto con lo psicoterapeuta dell’Asl veneta oppure con gli stessi agenti che le hanno «liberate dalla schavitù». Una domanda continua che fa lievitare ovviamente il prezzo delle prestazioni sessuali, fissato dagli sfruttatori delle baby-lucciole. Un altro particolare è emerso in seguito ai racconti fatti agli inquirenti: la prostituzione minorile è appannaggio interamente delle romene, che sono così subentrate prepotentemente alle coetanee di nazionalità albanese. Comunque, il progetto-pilota già avviato mira decisamente ad aiutare e sostenere le giovani, spingendole verso un percorso di recupero: un programma che coinvolge strutture assistenziali e sanitarie, di cui si intravedono i primi incoraggianti risultati. Ma come si sviluppa nel concreto l’operazione? Nei numerosi residence e villaggi turistici di Sirmione si nascondono molte «basi» logistiche della malavita che controlla il racket della prostituzione. Le ragazze vengono fatte uscire a piedi, generalmente nel tardo pomeriggio, dai loro sfruttatori, che si guardano bene dall’accomapagnarle, per non essere identificati dalle forze dell’ordine. Lungo le strade le ragazze chiedono un passagio agli automobilisti per essere portate ad alcuni chilometri di distanza (lungo la statale 11 verso Verona). Scatta a questo punto l’«operazione soccorso» degli agenti della Polizia urbana sirmionese, che avvicinano le giovani per portarle nella struttura sanitaria dell’Asl. Qui ad attenderle c’è uno psicologo, che tenta la difficile opera di convincimento. Le più coraggiose accettano e vengono poi trasferite in una struttura segreta e protetta, dove potranno cominciare una nuova vita. In ogni caso le ragazze non vengono più rilasciate per potersene tornare nell’alloggio dove si trovavano. A Sirmione da alcuni anni, sempre grazie al lavoro svolto dalla Polizia municipale, la prostituzione può dirsi debellata. Non appaiono più infatti lucciole lungo i marciapiedi della statale Sirmione-Peschiera. Molti appartamenti-nascondiglio sono stati censiti e scoperti dagli stessi vigili. E qualche volta viene alla luce una casa d’appuntamenti.

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