giovedì, Maggio 2, 2024
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Daniel D’Ottavio e il suo volo “della maturità”

In quindici giorni, da costa a costa, vola per quindicimila chilometri negli Stati Uniti d’America, a soli diciotto anni. Una vera e propria “impresa”, attraversando venti stati, sorvolando e atterrando nelle più importanti città americane. A compierla un ragazzo lacisiense che ama gli aerei e il volo più di ogni altra cosa. Daniel D’Ottavio è nato in Danimarca, da mamma danese e papà italiano, ma fin dalla più tenera età vive a Lazise e per il volo ha speso quasi tutta la sua giovanissima vita. È in possesso del brevetto di volo di primo livello che acquisito a soli 17 anni presso la scuola di Boscomantico. “Quest’anno ho superato la maturità scolastica – dichiara Daniel – e sono felice. Studiavo la mattina, il pomeriggio mi recavo alla scuola di volo e rientravo a casa verso le 22. Un vero tour de force. Ma ci sono riuscito”.

Ma non si vuole fermare a questo. Vuol diventare pilota di aerei di linea. E per poter passare allo stadio successivo deve acquisire almeno un centinaio di ore di volo o su in Pier e su un Cessna. E in Italia i costi sono proibitivi. Ecco allora che ha pensato di trasferirsi per due mesi negli Stati Uniti, precisamente alla scuola di volo di Ann Arbor, vicino a Detriot, nel Michigan dove la benzina costa solamente sei dollari al gallone, i nostri 50 centesimi di euro e meno di 200 euro l’ora il noleggio dell’aereo.

“In Italia avrei dovuto spendere per una impresa come questa – afferma Daniel D’Ottavio – almeno 40mila euro, mentre considerando tutti i costi sostenuti, fra viaggio, alberghi, mantenimento, spese di consumo della benzina e noleggio dell’aereo ne ho sborsato poco più di 8mila. E mi sono portato a casa le cento ore di volo che mi servono per il passaggio agli studi successivi per il conseguimento del brevetto per pilota di linea”. Daniel è partito da Venezia il 26 luglio, con tappa a Toronto e arrivo a Deetroit. Con lui hanno partecipato all’impresa altri quattro giovani fra i 20 e 23 anni: Francesco Besazza di Venezia, i veronesi Alessandro Piva, Federico Mantovani e una ragazza: Martina Biondani. Hanno noleggiato due aerei: un Cessna 172 e in Piper PA 28. Si sono suddivisi i compiti e le ore di volo, nonché il piano di volo. Tre da una parte e due dall’altra. E sono partiti toccando Las Vegas, San Diego, il lago Michigan, Tucson, scendendo e salendo in ben 35 aeroporti. Volavano solamente di giorno e nelle giornate con tempo splendido. Con il loro brevetto infatti la normativa di volo non consente di volare di notte e nemmeno nelle giornate con maltempo.

“Ho avuto davvero paura, il giorno del mio compleanno, tagliando il traguardo dei 19 anni – spiega ancora emozionato Daniel – mentre volavamo sopra il Grand Canyon, in uno spettacolo irreale. La pressione dell’olio del velivolo si alza a dismisura improvvisamente. La paura fa 90. Cerchiamo di scendere, ma siamo in una zona difficile con l’aeroporto distante. Una manovra quasi disperata prima di dare l’allarme. Ci riusciamo. Atterriamo al primo aeroporto. Facciamo visionare immediatamente l’aereo. Il tecnico ci rassicura. Bastava solamente girare una manopola per ridurre la pressione dell’olio. Scampato pericolo. Compleanno da ricordare per sempre”.

Ma le disavventure per Daniel e i suoi amici non sono finite.  “Ero in volo da solo – spiega Daniel – con un piccolo aereo, per una prova notturna. Mi trovo con l’elica che gira a vuoto. Il motore si ferma. Mi vedo precipitare. Per fortuna sono poco distante dall’aeroporto di Ann Arbor. Tento l’atterraggio di fortuna. Ci riesco. Il giorno dopo a quell’aereo sono stati sostituiti molti pezzi del motore, fra cui l’elica. Dopo i sudori freddi, ora – conclude Daniel – dico di aver fatto esperienza”.

Daniel è rientrato in Italia in questi giorni. Soddisfatto, ma veramente esausto.

“Mi sto preparando per frequentare la scuola di volo di Padova – conclude – perché è quella mi dà maggiori garanzie. È stata una esperienza unica e irripetibile. Sono partito con l’entusiasmo dei miei 18 anni e sono rientrato con un bagaglio di conoscenze infinite. Ho imparato cose indispensabili, visto l’America da vicino. Vissuto a pieni polmoni un mondo totalmente diverso dal nostro. Ho trovato chi mi ha aiutato, chi mi ha indirizzato. Gente disponibile, buona, generosa. Una sera dovevo fare rifornimento all’aereo e non funzionava il distributore perché le carte di credito erano interdette. Ho trovato un pilota americano che mi ha prestato la sua carta di rifornimento. Ho fatto il pieno. Gli ho dato dollari. Senza di lui non sarei mai potuto ripartire. Questa è l’America”. (Nella foto scattata al “Houghton Lake State Airport”, Michigan; da sinistra: Federico Mantovani, Alessandro Piva, Francesco Besazza, Daniel D’Ottavio e Martina Biondani.)

Sergio Bazerla

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