lunedì, Aprile 29, 2024
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Ai primi di dicembre la Conferenza dei servizi per il complesso dei Campagnoli. Marcoli: «Avremo 5 miliardi per rivitalizzare il paese»

Decolla il Centro commerciale

Si terrà a Milano, nei primi giorni di dicembre, la Conferenza dei servizi promossa dalla Regione Lombardia con all’ordine del giorno la realizzazione del maxi centro commerciale dei Campagnoli, sul territorio di Lonato. Una sorte di cittadella del commercio, una delle più grandi della Lombardia, programmata su una superficie globale di 294.000 metri quadrati a lato della superstrada che collega Desenzano e Castiglione delle Stiviere, tra la vecchia pista di autocross e il neonato «Dehor», l’ex Genux che proprio in questi giorni ha cambiato nome e veste integrando la discoteca con la ristorazione e un centro congressi. «Alla riunione parteciperà il sindaco di Lonato Morando Perini o un suo delegato – conferma l’assessore al Commercio e Attività produttive Paolo Marcoli -. L’esito positivo è fondamentale per la realizzazione dell’intervento e la successiva apertura del cantiere. «Per noi – continua – significa anche circa 5 miliardi che entreranno nelle casse comunali, in seguito all’atto unilaterale d’obbligo depositato dalla società interessata all’opera. «Soldi che spenderemo, come più volte ribadito, per completare il piano di recupero del centro storico oltre al quartiere Cittadella (già finanziato e con lavori in procinto di partire) e quindi che guardano all’arredo urbano, alla rete tecnologica, alla pavimentazione di piazza Martiri e delle vie laterali. Soldi che andranno per il Piano Viabilità e i parcheggi del capoluogo», sottolinea l’assessore Marcoli. «La nostra Amministrazione si è trovata sul tavolo il progetto dei Campagnoli a uno stadio della procedura oramai conclusa – sottolinea Marcoli -. Il Piano di lottizzazione era stato infatti approvato una prima volta dalla Giunta leghista proprio nell’ultimo Consiglio comunale prima del suo scioglimento. Era il novembre del 1999. Una seconda approvazione era avvenuta nella primavera del 2000 da parte del Commissario prefettizio. Dopo le elezioni, nel novembre dello scorso anno, è stata infine firmata la convenzione». A questo punto l’Amministrazione di centrosinistra, non potendo azzerare l’iter procedurale, ha deciso di giocare la carta economica, rendendo più onerosi gli obblighi per le grandi strutture di vendita. Contro tale decisione venne però formalizzato ricorso al Tribunale amministrativo regionale con il quale si chiedeva l’annullamento della delibera. Il contenzioso si è chiuso appunto con un atto unilaterale d’obbligo, depositato in Municipio a Lonato dalla società Estate 2 che, riconoscendo l’applicazione della delibera e ritirando il ricorso, porterà nelle casse comunali un supplemento di monetizzazione delle aree standard che equivale a circa 5 miliardi. La superficie destinata alla vendita di questo maxi centro commerciale, secondo i dati forniti dall’assessore, sarebbe di 35 mila metri quadrati, ripartita grossomodo in 20 mila per la grande distribuzione, 10 mila per la media e 5 mila per i piccoli esercizi. Poi per il resto una vasta area di verde e di parcheggi. In passato si era parlato anche della creazione di multisale cinematografiche. «No. Per quanto mi risulta – spiega Marcoli – queste non rientrano nell’ultimo progetto. Vorrei inoltre sottolineare che, per buona parte, le attività che apriranno non saranno totalmente nuove, ma un trasferimento da precedenti sedi dislocate nelle province di Brescia, Verona e Mantova». Da sempre, cioè dal 1999, quando erano stati presi i primi contatti con la società Estate 2 e il Comune di Lonato, le associazioni di categoria Ascom e Confesercenti si erano dichiarate completamente contrarie. Un no secco per le conseguenze che il nuovo complesso avrebbe nei confronti dell’intera rete commerciale del Basso Garda, in particolare per le piccole botteghe. Un no ribadito anche in assemblee pubbliche e con lettere inviate alle amministrazioni comunali di Lonato, Desenzano, Castiglione e Montichiari. Di diverso avviso è l’assessore Marcoli: «Le piccole attività dei centri storici, se opportunamente valorizzate, possono continuare a vivere, sono realtà diverse che non devono temere questi grossi empori». Insomma, c’è spazio per tutti. Una filosofia che l’associazione dei commercianti non condivide per nulla, anzi non nasconde i suoi timori in quanto rivitalizzare il centro storico di per sè non sarebbe sufficiente a tenere in vita gli esercizi esistenti, come altre realtà hanno già dimostrato.

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