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Dal 12 ottobre al 5 novembre, momenti di approfondimento e arte con "Der Blitz".

Dialoghi ad Arco

Dal 12 ottobre al 5 novembre, il Museo Alto Garda propone nella sede di Arco presso la galleria civica Segantini sei «Dialoghi», momenti di approfondimento dei temi indagati a livello artistico dal progetto «Der Blitz».

L’intento dei «Dialoghi» è affiancare alle attività espositive, di ricerca e di produzione, una costante riflessione sul contemporaneo, attraverso l’apporto di interlocutori che al contemporaneo guardano con criteri interpretativi che coinvolgono diversi campi di studio: dall’architettura all’urbanistica, dall’economia della cultura all’antropologia.

La proposta è nell’àmbito di «Der Blitz»,il percorso di riflessione e ricerca multidisciplinare attraverso l’utilizzo dei linguaggi del contemporaneo, realizzato dal MAG, il Museo Alto Garda, in collaborazione con il Mart, il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto.

«Dialoghi» (a cura di Veronica Caciolli, Denis Isaia e Federico Mazzonelli) inizia il prossimo sabato 12 ottobre con «Tutto il vento che c’è»: Alessandro Piangiamore in occasione del vernissage della mostra omonima (che inizia alle ore 18) illustra il progetto iniziato nel 2008, esteso con la sua residenza in varie zone del Garda da febbraio a ottobre 2013, che trova in questa esposizione il momento di restituzione al pubblico.

Martedì 15 ottobre alle ore 18 Maurizio Vitta, autore del libro «Il paesaggio. Una storia tra natura e architettura», discute i temi affrontati nel suo libro (edito da Einaudi) assieme a Giovanni Maria Filindeu, architetto e docente a contratto di Progettazione ambientale all’Università di Sassari. Il paesaggio viene restituito alla sua immagine mutevole, punto d’incrocio di una fitta trama di tensioni culturali, riassunte nella sua qualità intrinsecamente estetica e progettuale, di cui l’arte e l’architettura si sono da sempre fatte carico.

Martedì 22 ottobre alle ore 18 Irene Sanesi dialoga con  la dirigente dell’Area Servizi alla persona e alla comunità del Comune di Riva del Garda Anna Cattoi circa i temi della sua imminente pubblicazione, «Misurare il valore del museo». Il dialogo verte attorno alla valutazione degli intangibili come una delle sfide che interrogano il nostro tempo. Essa riguarda il mondo della cultura, ma anche quello delle imprese creative e più in generale il lavoro immateriale. Il museo, da sempre alle prese con il simbolico, può giocare un ruolo di primo piano nella descrizione del valore collettivo degli intangibili.

Sabato 26 ottobre alle ore 18 Franco Brevini, autore del libro «L’invenzione della natura selvaggia. Storia di un’idea dal XVIII secolo a oggi» (ed. Bollati Boringhieri), inquadra storicamente, a partire da un documento video, il fascino che ancora oggi la natura selvaggia esercita su di noi. Vecchia quanto il mondo, la natura selvaggia guadagna la ribalta della scena culturale solo con la modernità. Muraglie di ghiaccio, forre paurose, montagne svettanti e acque abissali sono tenute a battesimo in epoca romantica da scrittori, pittori e filosofi, e continuano a proiettare il loro sublime artificio sull’esotismo di massa, sui viaggi estremi offerti in pacchetti dalle agenzie, sull’ecoturismo di nicchia, sull’avventura no-limits. Modera l’incontro l’architetto Andrea Rigo.

Martedì 29 ottobre alle ore 18 il gruppo di giovani architetti «Campomarzio» presenta, con il giornalista Stefano Ischia, una lettura del paesaggio urbano tra Arco e Riva del Garda, indagando il cordone ombelicale che lega ormai indissolubilmente queste due città. L’intervento si articola attraverso un confronto e dibattito e un’indagine video-fotografica sulla strip (SP 118 e SS 45 bis) tra gli abitati di Arco e Riva del Garda: oggetto dell’indagine è la città lineare che su quella direttrice è cresciuta e sta tuttora crescendo, con le mille sfaccettature del suo modo di auto-comunicarsi.

Martedì 5 novembre alle ore 18 l’incontro con Giuseppe Scaglione e Stefania Staniscia s’intitola «Il paesaggio nelle carte. Libri come architetture, pagine come spazi abitati», e costituisce l’occasione per presentare due volumi che, con taglio diverso, affrontano il rapporto tra paesaggio e sistema costruito. Il primo, «Cities in nature», affronta la questione teorica e progettuale di un nuovo modo di pensare il rapporto tra città e sistemi naturali. Esito di una sperimentazione su un campione di città – prime per qualità della vita in Italia (Bolzano e Trento) – dentro il laboratorio di sostenibilità urbana, paesaggistica e ambientale delle Alpi, l’itinerario intreccia centri urbani, spazi pubblici, contesti naturali, infrastrutture e architetture, dal lago di Garda fino a Innsbruck, concluso da un atlante internazionale di progetti green ed esperienze didattiche. Il secondo, «Paesaggi diversi (?)», racconta un’esperienza di ricerca sull’evoluzione del paesaggio trentino e costituisce l’occasione per cominciare a fare il punto su possibili nuove modalità di affrontare lo studio del paesaggio. Il volume è un piccolo manuale pratico basato su un’esperienza di lavoro costruita con l’approccio del learning by doing dal quale ricavare idee su come fare ricerca su questo tema. Una sorta di libretto di istruzioni per interpretare i paesaggi e la complessità delle dinamiche che li caratterizzano. Oggetto del volume non sono gli esiti della ricerca ancora in corso, ma le modalità attraverso le quali essa è stata sviluppata, e le possibili applicazioni di queste a nuove ricerche.

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