giovedì, Maggio 2, 2024
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Scelto dall’Ordine dei Castellani. L’azienda di Coccoli aveva già vinto il concorso nel 1999

«Due Pini» di Picedo il chiaretto dell’anno

Il Chiaretto dell’anno (quello prodotto dopo la vendemmia del 2006) è quello dell’azienda agricola «Due Pini» di Picedo, frazione di Polpenazze. La scelta è stata effettuata dall’Ordine dei Castellani, riuniti in assemblea al ristorante «La spia d’Italia» di Lonato.Diciotto le cantine che hanno sottoposto le loro bottiglie al giudizio della Confraternita per la 29ª edizione del concorso.Dopo una prima selezione, che ha tenuto conto di limpidezza, colore, finezza, struttura, corpo, intensità e persistenza, sono rimasti in gara «Due Pini» di Ermanno Coccoli, «Avanzi» di Manerba e «Ca’ Granda» di Giuseppe Leali, di Raffa (Puegnago). La votazione finale li ha piazzati in quest’ordine.Coccoli, già vincitore nel ’99, ha dichiarato che questa bella affermazione lo ripaga del molto impegno e dei tanti sacrifici richiesti a quanti lavorano la vigna a tempo pieno. I suoi vini sono prodotti con uve da agricoltura biologica, controllati da Imc. Una conferma, se ce ne fosse bisogno, che è possibile ottenere vini di alta qualità anche con la biologica.Una partita, imbottigliata e personalizzata con la esclusiva etichetta dell’Ordine, non sarà indirizzata al consueto canale commerciale, ma verrà messa a disposizione dei «Castellani» per il proprio uso e consumo, e per le manifestazioni ufficiali.Nel 2006 si imposero i fratelli Pasini di Raffa (Puegnago) davanti all’azienda agricola Comincioli di Puegnago e a «Provenza» della famiglia Contato, con sede a Desenzano.Il Chiaretto è sicuramente il più originale e caratteristico delle Doc bresciane, unico nelle sue piacevolissime caratteristiche, ottenuto dalle quattro uve rosse del Garda classico (Groppello, Sangiovese, Barbera e Marzemino), vinificato in modo da ottenere un prodotto dal colore di un petalo di rosa. E’ adatto a primi piatti, zuppa di pesce, carni bianche e salumi nelle merende pomeridiane. Si differenzia dai rosé del resto del mondo per la sorprendente aromaticità floreale e di frutti di bosco, accompagnata da una struttura eccezionale e da una giusta acidità, che determina una grande freschezza di sensazioni gustative. Vendemmiato all’inizio di ottobre, il Chiaretto è vinificato con leggero contatto delle bucce (da 6 a 18 ore, secondo la maturazione e la temperatura delle uve). La temperatura di fermentazione viene controllata sui 18-20 gradi.Nel corso dell’assemblea sono stati rinnovati gli organi direttivi della Confraternita. Oltre a Ennio Avigo, il Gran maestro fondatore, appartenente di diritto al consiglio, sono stati eletti Franco Zane, presidente uscente, Amedeo Corso, Giancarlo Giacomuzzi, solerte segretario, Mauro Personi, Leonardo Tranquilli e Silvano Zaglio. I sette hanno poi nominato, all’unanimità, nuovo presidente Amedeo Corso, dirigente e consulente alberghiero.L’Ordine venne creato 29 anni fa da Ennio Avigo, il patron di ristoranti di grido come «Alle piante» di Manerba e «Gallo d’oro» di Moniga, spalleggiato da un ristretto gruppetto di sette amici. Il numero dei soci è volutamente limitato a 40. Quando uno se ne va, ne subentra un altro. I Castellani sono gemellati con le Accademie del risotto di Pavia, del baccalà di Sandrigo (Vicenza) e del Prosecco di Valdobbiadene. Organizzano numerose iniziative. La più importante rimane la scelta del Chiaretto dell’anno.

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