Si conclude oggi il congresso sulla diagnostica senologica organizzato a Peschiera, in Sala Radetzky, dalla Scuola italiana di Senologia, l’istituto fondato da Umberto Veronesi. La cittadina è la sola, insieme a Milano, dell’area del Nord Italia scelta per ospitare uno degli eventi scientifici del 2008: una sorta di riconoscimento per l’attività del Servizio di diagnostica senologica attivo da 15 anni proprio a Peschiera, alla Casa di cura Pederzoli. E un riconoscimento per il lavoro svolto dal 1992 da Mara Tonegutti, il medico radiologo cui è affidato il servizio.«Sono stata tra i docenti dei primi corsi della scuola senologica veronese, con il professor Pistolesi. Una scuola di grande tradizione e attraverso la quale è iniziato, molti anni fa, il rapporto di stretta collaborazione con la Scuola di Milano del professor Veronesi. Tutt’oggi», spiega la dottoressa, «noi inviamo all’Istituto europeo oncologico i casi più particolari e loro si servono di noi come punto di riferimento per questa parte del territorio. Ciò non di meno sono stata molto felice che Peschiera sia stata scelta per ospitare uno dei corsi della Scuola italiana di senologia. E ringrazio la Casa di cura Pederzoli e l’amministrazione comunale di Peschiera che hanno patrocinato l’evento».Il servizio di diagnostica senologica di Peschiera esamina circa 11mila pazienti l’anno, provenienti anche da fuori la provincia di Verona. «Abbiamo apparecchiature decisamente all’avanguardia», dice Tonegutti. «A giorni arriverà un mammografo digitale: a differenza degli strumenti analogici consente di ridurre le dosi di radiazioni, di conservare in memoria tutti gli esami di ogni paziente oltre a offrire un’utilità gestionale che sveltisce l’espletamento dell’indagine». «Un altro apparecchio molto importante è il “Mammotome”: serve per fare biopsie guidata dalla mammografia alle formazioni sospette. La biopsia si effettua in ambulatorio, con un’anestesia locale e un prelievo fatto con un ago un po’ più grosso. Già di per sé questo evita un passaggio chirurgico e in più il tipo di materiale prelevato è tale da permettere una risposta istologica nel giro di qualche giorno».Ad oggi il «Mammotome» è stato utilizzato su 600 pazienti di cui il 40 per cento ha presentato un’incidenza patologica maligna in lesioni non palpabili. «Ridurre i tempi in medicina è importante: a maggior ragione», conclude Tonegutti, «quando in situazioni e patologie che generano grandi ansie».
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Unico centro scelto, oltre a Milano, per gli incontri 2008
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