martedì, Ottobre 15, 2024
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E si versa il vino per imbiancare Fermo e Rustico che l’associazione F

È ormai improcrastinabile l’operazione «tetto» nella chiesa parrocchiale dei Santi Zenone e Martino. Il tetto della chiesa fa acqua e le cause principali sono da addebitarsi alla violenta grandinata dell’agosto scorso dove sono andati perduti circa la metà dei coppi che costituiscono il tetto della chiesa. I danni sono quantificabili intorno ai 250 milioni di vecchie lire e, vista l’entità della cifra, la parrocchia ha inteso richiedere un contributo alla Fondazione Cariverona. Occorre – secondo il tecnico che ha ispezionato il tetto – coprire il sottotetto con la guaina in catrame per non far penetrare acqua e umidità, riparare alcune intelaiature in legno e ripristinare e sostituire tutti i coppi andati perduti. I segni delle infiltrazioni di umidità sono ben evidenti all’interno della chiesa, da poco restaurata ed intonacata. Secondo i tecnici i lavori sono da eseguire con sollecitudine per evitare che le prossime piogge possano compromettere ulteriormente la salubrità degli intonaci della volta del tempio. Il vino in aiuto dei Santi Fermo e Rustico. Quattromila euro pronti da spendere per le tinteggiature interne della chiesetta, ubicata nell’omonima località, sulla strada che da Lazise conduce a Calmasino. E a Calmasino ha sede il Gruppo italiano vini, una delle realtà enologiche più importanti nel panorama enologico italiano, che grazie alla disponibilità dei propri dirigenti, non ha voluto mancare all’appuntamento con la storia e la cultura di Lazise ed ha messo mano al portafoglio. Non è la prima volta che il Giv lo fa: ma ora ha voluto affiancarsi all’associazione Francesco Fontana per avvicinarsi in modo tangibile alla comunità civica lacisiense proprio perchè la chiesa dei Santi Fermo e Rustico è fin dal Medio Evo il cuore religioso della gente locale. Proprio per questo l’associazione Francesco Fontana ha aperto ancora negli anni 90 una pubblica sottoscrizione per il restauro e la conservazione di questo autentico gioiello artistico che incarna una presenza storica molto significativa per la cultura locale. Il tempo è passato e molti lavori sono stati completati, ne restano comunque ancora altri da fare prima di giungere in porto. Molti i contributi giunti nelle casse dell’associazione presieduta da Giulio Rama, fra cui quelli del Comune di Lazise, della Autostrada Serenissima, di molti privati e adesso quello del Gruppo italiano vini. Una consistente somma, circa 30 mila euro, è stata messa a disposizione della Regione del Veneto per il restauro definitivo del «romitorio» attiguo alla chiesa. Per poter acquisire questo contributo servono complesse manovre burocratiche, non ultima quella indispensabile dell’assegnazione dell’appalto dei lavori da parte dell’ufficio tecnico comunale di Lazise. Operazione che è in cantiere ma che stenta a decollare per la vischiosità di carattere tecnico-amministrativo. «Questo contributo», spiega Giulio Rama, presidente della associazione Francesco Fontana «è significativo e ci dà veramente la concreta possibilità di vedere la luce intorno al nostro progetto di restauro totale della chiesa dei Santi. È stato un cammino lungo e difficile ma pare proprio che tra breve giungeremo al traguardo. Questo grazie a tutti, gli enti pubblici, ai privati, a chi è innamorato di Lazise, della sua storia, della sua cultura, dell’ambiente, e perché no anche alla sua gente». Con la conclusione dei lavori di restauro, iniziati il 12 gennaio 1998, la chiesa, affidata con delibera consigliare del 6 ottobre 1994 alla Francesco Fontana, ritornerà quindi al culto religioso. Infatti alla fine del 1800, nonostante l’invito pressante al restauro da parte del cardinale Luigi di Canossa, la chiesetta dei Santi venne convertita ad usi profani. Il Comune di Lazise la conservò per un certo tempo come lazzaretto in caso di epidemie e poi fu ceduta in affitto a privati, che la usarono come ricovero di attrezzi agricoli e come stalla. «Abbiamo in animo di portare proprio alla chiesa dei Santi i nostri soci» conclude Giulio Rama «in aprile, prima di Pasqua, per rinnovare il tesseramento per consentire loro di ammirare la costruzione quasi del tutto restaurata. C’è ancora del cammino da fare, ma siamo fiduciosi che tutto si concretizzi in tempi brevi».

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