martedì, Aprile 23, 2024
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E’ questa la strada scelta da Garda Uno spa, l’azienda multi servizi dei comuni gardesani presieduta dal sindaco di Lonato Mario Bocchio, per razionalizzare il sistema di smaltimento. Attraverso il riciclaggio e la realizzazione di un impianto di produzione di energia elettrica si punta ad ottenere vantaggi in termini di risparmio energetico e di minori costi di smaltimento dei rifiuti abbinati alla riduzione di fonti inquinanti.

Energia dai rifiuti

Sono questi gli obbiettivi legati al progetto di costruzione  in territorio del Comune di Carpenedolo, socio come altri 22 municipi di Garda Uno spa,  di un ‘biodigestore’, un impianto cioè di produzione di energia elettrica  alimentato da fonti rinnovabili. La struttura, già progettata, utilizzerà il sistema anaerobico e prevede una potenzialità di 1 megawatt.  Per produrre l’energia si utilizzerà la materia prima già disponibile, cioè i rifiuti. Garda Uno   anzichè smaltirli a costi non indifferenti li utilizzerà  come materiale di un  processo di trasformazione anaerobica dal quale si  ricava bio metano, il combustibile capace di produrre energia elettrica, energia termica cioè calore e, infine,con i residui di lavorazione, ottenere  anche ‘pellets’ o  concime. “L’operazione  è frutto di un lungo cammino di  studio e valutazione , anche di un confronto con l’amministrazione comunale di  Carpenedolo retta dal sindaco    Gianni Desenzani- spiega il presidente di Garda Uno dott Mario Bocchio. Il progetto è il naturale completamento del ciclo dei rifiuti e segnatamente della frazione umida( forsu) che  non va più in discarica ma diventa carburante. Sono convinto che l’iniziativa,  nella quale intendiamo investire circa 8 milioni di euro, darà ottimi risultati.” “Dello stesso avviso è il sindaco di Carpenedolo  Gianni Desenzani.”E’ un’operazione  che l’amministrazione comunale condivide perché dà un risultato ambientale importante ma  riserva anche benefici diretti alla nostra comunità sia in termini di energia che di servizi.” Operativamente il progetto del ‘biodigestore’  dopo l’intesa raggiunta , con il Comune di Carpenedolo per la sua localizzazione prevede ora  l’avvio del percorso autorizzativo . La competenza è dell’assessorato  della Provincia all’Ecologia, settore Energia e rifiuti. Garda Uno prevede di poter concludere questo cammino in autunno, per avviare i lavori veri e propri ad ottobre e  concluderli alla fine del 2012 quando si potrà pensare a mettere in movimento l’impianto.   LA CONVENZIONE CON IL COMUNE DI CARPENEDOLO   Vengono definiti ‘indennità di localizzazione’ i vantaggi che Garda Uno spa ha concordato con gli amministratori del   Comune di Carpenedolo e che vengono riconosciuti in cambio della localizzazione sul territorio dell’impianto di valorizzazione energetica. Sono frutto di una convenzione che  ha validità di 15 anni e riserva alla cittadina non pochi benefici.  Sono la ristrutturazione e qualificazione degli impianti e apparati dell’illuminazione pubblica di proprietà da realizzare entro 5 anni. La ristrutturazione e riqualificazione  dell’illuminazione pubblica di proprietà di Enel Sole compreso il loro riscatto, la loro manutenzione e conduzione. Verrà inoltre riconosciuto, per la durata di 15 anni,  al Comune un contributo  pari a 0,01 euro per ogni kWh prodotto da erogare in energia elettrica per il fabbisogno degli edifici comunali assoggettati al servizio energia di Garda Uno spa e, in denaro  per la parte eccedente. In termini economici questa clausola, considerando la produzione stimata, vale circa 75.000 euro l’anno.Inoltre il comune potrà conferire gratuitamente la parte umida dei rifiuti raccolti sul territorio.      Scheda tecnica   Il biodigestore sorgerà su un terreno di 25.000 m2 in località Lame, a lato della strada provinciale 343 per Acquafredda ed al confine con quest’ultimo Comune. L’impianto avrà una potenza di 1 Megawatt  equivalente a mille chilowatt.  La struttura verrà alimentata in prevalenza (60%) dalla  frazione umida dei rifiuti solidi urbani dei 23 Comuni serviti da Garda Uno spa, da vegetali(10%) , fanghi di depurazione(22%) e altre biomasse(7%).  Questi materiali   saranno  versati  in apposite vasche dove subiranno un pre-trattamento prima di essere  convogliati  ai 3 digestori dove  avviene  la trasformazione   con il sistema della ‘digestione anaerobica’ che produce  bio metano. Si tratta di un processo biologico nel quale una speciale flora microbica trasforma, in assenza di ossigeno, la sostanza organica in biogas. Questo è il carburante che  alimenta il cogeneratore capace di produrre energia elettrica e calore. L’energia  ricavata viene ceduta alla rete mentre il calore  sarà recuperato e utilizzato per   essiccare la parte residua liquida e umida del combustibili iniziale. Giornalmente l’impianto sarà alimentato da 98,6 tonnellate di biomasse, circa 36.000 l’anno capaci di produrre 2.106.940 metri cubi di metano e quindi 21.820 kwh di energia elettrica ogni giorno pari a 7.964.233 kWh  in un anno oltre a 8.033.065 kWh di energia termica. I residui fermentati che rimangono, a processo completato , vengono stimati in 31.497 tonnellate l’anno e saranno utilizzati per produrre ‘pellet’ da impiegare in piccoli impianti di riscaldamento di tipo industriale o,in alternativa, per ricavare concime agricolo.

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