lunedì, Maggio 6, 2024
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Sport & Disabili. Il progetto «La vela per tutti» aiuta i paraplegici

Eos, il vento della solidarietà protagonista alla Centomiglia

Il progetto «Eos la vela per tutti», nato due anni fa da un’idea dello skipper veronese Michele Dusi per dare la possibilità di praticare la vela a chi è costretto a spostarsi su una sedia a rotelle, sarà protagonista della Cento Week, la serie di eventi che precedono la Centomiglia, la regata più prestigiosa del Garda che quest’anno è giunta alla 52° edizione. Dal 2 al 5 settembre due imbarcazioni targate «Eos» a Gargnano parteciperanno alle regate della «100 Week Ras Cup», riservate al monotipo J 24, la barca più diffusa al mondo. Giovedì 5 inoltre è prevista anche la «Eos Cup» alla quale prenderà parte tutta la flotta dell’iniziativa sportivo-terapeutica che ha come base il Circolo nautico Brenzone. Sabato 7 settembre la Centomiglia. Al progetto «Eos» fin dalle prime battute hanno partecipato tre fisioterapisti dell’ospedale Sacro Cuore di Negrar, cinque pazienti di quella struttura ospedaliera (tre ragazze e due ragazzi) e lo skipper trentino Gianni Torboli, che però ha interrotto questa esperienza dopo qualche mese a causa di altri impegni sportivi; le barche, due J 24, le misero a disposizione Maurizio Cimetti ed Erwin Linthout che si sono occupati di organizzare le lezioni pratiche, quelle teoriche invece si svolsero nella sede dello Yacht club Verona. «Da allora abbiamo fatto molta strada», afferma Dusi «e abbiamo dimostrato che praticare la vela può dare ottimi risultati sotto l’aspetto riabilitativo. Un disabile quando sale in barca è costretto a muoversi senza l’ausilio della sedia a rotelle e pertanto deve effettuare movimenti e misurarsi con un ambiente molto diverso da quelli che fa e frequenta abitualmente; questa attività dà notevoli benefici fisici, incrementa il tono muscolare ma ha anche positive implicazioni psicologiche e sociali. Oltre all’unità spinale e riabilitativa dell’Ospedale Sacro Cuore di Negrar, guidata dal dottor Renato Avesani, e alla facoltà di Scienze motorie dell’Università di Verona con il professor Paolo Olivato, partecipa al nostro progetto, che è unico al mondo, anche l’Ospedale di Malcesine. Da qualche mese oltre ai J24 disponiamo di un Proteus 90, un cabinato a vela costruito con compositi avanzati che può tenere il mare senza problemi anche con vento di 37 nodi e onde alte quattro metri. All’attività partecipa anche la campionessa di Castelletto Federica Salvà che svolge duplice ruolo di istruttrice e di tattico in regata .» «Utilizzare lo sport della vela in ambito riabilitativo ha grandi potenzialità non solo per pazienti paraplegici ma anche per chi è stato colpito da poliomielite e da sclerosi multipla» assicura il dottor Bruno Danzi, responsabile della divisione di recupero e rieducazione funzionale dell’ospedale di Malcesine, unica struttura in Italia specializzata nella cura post polio «c’è anche la possibilità di allargare la collaborazione scientifica a livello internazionale; collabora con la nostra struttura, tra gli altri, il professor Lauro Halstead dell’Università di Washington.

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