Confronto serrato fra i consiglieri regionali Enzo Lucchini e Antonio Viotto, venerdì sera, all’incontro sul tema: ‘Quale sanità nell’Alto mantovano?’ organizzato dall’associazione Ellisse presso la sala Bachelet e moderato da Bruno Cavallarin. Ai due consiglieri è stato chiesta una valutazione sull’applicazione della legge 31. Lucchini ha affermato che i primi risultati sono positivi. Adottata in tutta la Lombardia, tranne che a Lodi, Pavia e Sondrio, tale legge si pone sostanzialmente tre obiettivi.Il primo è favorire la libertà di scelta dei cittadini attraverso l’istituto dell’accreditamento, che riserva alla Regione la definizione e il controllo dello standard cui devono adeguarsi i servizi erogati da soggetti pubblici e privati; ridurre le liste d’attesa, cosa avvenuta come testimoniano i dati, il che significa che il servizio sanitario regionale dà risposte pronte ed efficaci; raggiungere il pareggio di bilancio. Questo obiettivo non è stato raggiunto, ma la responsabilità, secondo Lucchini, è del fondo sanitario nazionale, in quanto esso coprirebbe solo la metà del fabbisogno delle regioni. Viotto ha replicato che invece c’è qualcosa che non funziona nell’applicazione della legge 31.Per quanto riguarda invece le giustificazioni addotte da Lucchini per il mancato pareggio di bilancio, Viotto ha citato i dati del Sole 24 ore, secondo i quali, rispetto ad altre regioni dove la curva è in discesa, in Lombardia la crescita della spesa sanitaria s’inserisce in una tendenza all’incremento.E’ quindi necessario rivedere i meccanismi di controllo nelle aziende ospedaliere, chiedersi come mai nessuna Asl acquisti servizi fuori dell’Azienda Ospedaliera di riferimento e interrogarsi sul perché il 43% dei mantovani scelga di curarsi fuori provincia.Viotto ha anche criticato la mancata presentazione del piano strategico a dieci mesi dall’insediamento di Colombo e il suo rinvio a dopo le elezioni.Dal pubblico, Luca Placidi ha affermato che la situazione per l’Alto mantovano non è come la presenta Lucchini e tantomeno rispetta lo spirito della legge 31 che prevede il rafforzamento delle realtà periferiche.
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