venerdì, Maggio 3, 2024
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I contestatori: «I lavori devieranno i flussi d’acqua»

Frassino? «Prosciugato»

Anche il comitato promotore del Parco delle colline moreniche scende nuovamente in campo contro il progetto Tav esprimendo rinnovata «preoccupazione in merito al progetto che distruggerà l’entroterra del Basso Lago di Garda e provocherà enormi problemi alle circostanti colline moreniche». Il comitato elenca i «danni che è facile prevedere saranno causati: l’inquinamento del suolo durante le fasi dei lavori previsti per una durata minima di otto anni e l’interruzione del flusso delle acque che dalle colline moreniche scendono a lago e al Frassino», tanto che si prevede addirittura che il laghetto potrebbe essere prosciugato, come si legge nel comunicato congiunto dei comiutati anti-Tav: «Al laghetto resterebbe uno scarso flusso d’immissione, mentre l’emissione verso il lago di Garda proseguirebbe, provocando prima il prosciugamento delle zone umide poi, piano piano, quello del laghetto». L’elenco dei guasti continua con «la movimentazione di grandi quantità di terra e ghiaia con conseguente utilizzo di vecchie e nuove cave; il carico insopportabile a una viabilità già al collasso; la trasformazione di campagne e colline in un cantiere, con conseguente sparizione di vigneti e con il degrado irreversibile del paesaggio, che è un bene garantito dalla Costituzione». «Gli enti preposti ad amministrare il nostro territorio», continua il documento, «non si capisce se per ignoranza degli argomenti o per zelo nei confronti di chi questa opera la vuole a tutti i costi, risultano assenti nel loro dovere di tutelare cittadini e territorio, rendendosi quindi responsabili di ogni danno patrimoniale e ambientale». Emilio Crosato, presidente del comitato promotore per il Parco delle colline moreniche, ricorda quanto accaduto nell’area del Mugello (tratto Bologna-Firenze dell’Alta velocità) a dimostrazione che «le rassicurazioni dei progettisti non sono credibili. A Firenze si è aperto il processo per i lavori; contro l’impresa appaltatrice si sono costituiti a giudizio un centinaio di privati, vari Comuni ed enti, il ministero dell’Ambiente, la Regione Toscana e associazioni: i danni provocati sono stati quantificati in circa otto miliardi di euro per il solo territorio, senza affrontare i guai alla salute dei residenti».

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