Il campanile fu centrato nel 1855 e la scarica elettrica finì nell’organo dopo aver causato danni rilevanti anche alla cupola Visto che il «fulmine» dell’alta velocità ferroviaria vuole oggi investire anche il Santuario del Frassino, già in parte sfregiato dalla «Serenissima», viene quasi spontaneo per lo storico rammentare le autentiche meteore che lo colpirono in passato. Il 7 maggio 1721, i religiosi del Frassino si trovavano occupati nella devota salmodia del coro. Intanto il cielo a poco a poco si oscura e si copre di neri nuvoloni accavallantisi, mentre un non interrotto guizzar di lampi e rumoreggiare di tuoni annuncia un furioso temporale. I religiosi per nulla atterriti continuano a lodare Iddio raccolti nella preghiera e nella meditazione. Quand’ecco un fulmine con spire spaventose viene a scoppiare, con assordante fracasso, nel coro medesimo. I religiosi si guardano l’un l’altro in viso esterrefatti; ma fra la generale meraviglia, nessuno di essi aveva riportato la minima offesa. Questo miracolo viene riferito da una tavoletta votiva – un dipinto del secolo XVIII – che rappresenta i frati in preghiera, un fulmine che scende guizzando dall’alto e, sullo sfondo del coro, circondata di nuvole, la Madonna del Frassino. Ma vi fu anche un’altra meteora. Il 27 ottobre 1855, alle ore quattro antimeridiane, un fulmine ebbe a colpire il campanile della chiesa del Frassino. Ne investì la cupola, aprendovi un largo foro, guastò nel discendere un angolo del muro, spezzando una cornice di marmo, penetrò nel coro (come quello del 1721) e di là, passò nella cantoria e nell’organo producendovi ovunque dei danni più o meno rilevanti.
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Il coro della chiesa venne colpito nel maggio del 1721 durante un furioso temporale mentre i frati erano raccolti in preghiera: non si spaventarono, continuarono la loro meditazione e l’incredibile episodio è descritto in una tavoletta votiva.