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Un gruppo di studiosi ha affidato a un esperto veronese la valutazione di fattibilità delle teorie anni Sessanta che immaginavano di poter facilmente immagazzinare acqua calda per fare aumentare la temperatura dell’aria sul Garda

Il lago d’inverno? Un’eterna primavera

Come sarebbe il lago di Garda con un clima tipo Miami Beach? Proseguirebbero anche in inverno le usanze balneari: camicetta e calzoncini corti, gelati e aperitivi seduti all’aperto. Commercialmente sarebbe una manna per il operatori turistici; Gardaland e i parchi acquatici potrebbero rimanere aperti tutto l’anno, con un indotto eccezionale su tutti i settori. La cosa non sembra impossibile e più di qualche esperto in materia ci sta lavorando sopra. Il gruppo di appassionati di meteorologia del Dipartimento ricerche e studi di Peschiera sta infatti studiando alcuni interessanti lavori già messi in essere da tecnici di settore. L’idea scaturisce da alcune intuizioni tecniche pubblicate già alla fine degli anni Sessanta: tale materiale è stato raccolto dal gruppo di studiosi arilicensi e consegnato proprio in questi giorni per una valutazione a uno dei più quotati esperti di settore, il veronese Ivano Noventa, ingegnere già docente di meccanica e dinamica dei fluidi. A lui stabilire se le teorie già esposte possono trovare applicabilità pratica. Questa la teoria in questione: sfruttando l’innalzamento naturale della temperatura invernale registrato negli ultimi anni, unitamente a qualche opportuna iniziativa tecnica, si potrebbe ottenere un benefit di alcuni gradi sopra le medie stagionali. Si potrebbe trasformare l’inverno in primavera. La cosa non è nuova: l’argomento venne studiato negli anni ’60, agli albori del turismo lacuale; se ne parla infatti sulla Domenica del Corriere del 25 giugno 1968, che nel titolo annuncia: «Eterna primavera con i laghi riscaldati». Nel caso del lago di Garda, per la zona di Peschiera si considerava l’ipotesi di «trattenere l’acqua riscaldata durante la stagione estiva al fine di utilizzarla quale termosifone per il periodo invernale. Per le leggi della fisica, l’acqua calda tende a rimanere negli strati superiori del lago; in superficie la temperatura media dell’acqua è di 24 gradi, di 12 d’inverno. A 12 metri di profondità, la temperatura dell’acqua è di 16 gradi in estate e di 8 in inverno. Più giù, l’acqua rimane a circa 4 gradi. Si deduce che nello strato di 12 metri le escursioni termiche stagionali sono comprese fra i 20 ed i 10 gradi. Il riuscire ad impedire il deflusso di questo materasso alto dodici metri, significherebbe immagazzinare una massa di quattro miliardi di metri cubi d’acqua calda. In pratica vorrebbe dire imprigionare 40 mila miliardi di calorie (pari a 400 mila tonnellate di nafta) con le quali si potrebbe riscaldare di 10 gradi ben 16 mila miliardi di metri cubi d’aria. Una sorta di vera e propria estate artificiale garantita anche d’inverno. Come fare per realizzare ciò? Alcune idee sono state presentate. Una di queste, dell’ingegner Riccardo Molari, prevedeva una cintura stagna galleggiante alta 12 metri (meglio dire profonda) davanti a Peschiera, fra Fornaci e Campanello, che distano circa tremila metri. Il fondale, nel luogo in cui si potrebbe costruire lo sbarramento, è profondo 15 metri. La cintura stagna galleggiante potrebbe essere costituita da palancole metalliche infisse nel fondo e per il resto da una cortina metallica sostenuta da cassoni galleggianti metallici e ancorati, profonda fino a 12 metri. L’acqua calda verrebbe trattenuta, mentre quella fredda uscirebbe sotto lo sbarramento senza creare problemi idraulici. Anche il problema della navigazione, proseguiva l’elaborato, potrebbe essere risolto con l’istituzione di un paio di conche a livello, con doppia paratoia, facili da manovrare perché senza carico d’acqua e che potrebbero essere comandate da fotocellule. Il deflusso dell’acqua fredda si potrebbe aiutare con elettropompe sommerse autorientantisi, le quali la dirigerebbero verso l’emissario Mincio. Una sorta di variante del progetto Mose a Venezia, allo scopo di non trattenere tutta l’acqua ma solo lo strato caldo superiore. In questo modo, grazie ai 10 gradi acquisiti artificialmente, sarebbe possibile fare il bagno nel lago anche a Natale.

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