giovedì, Maggio 2, 2024
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Un libro ricorda gli antichi tesori della «Polada»

Il Museo civico compie 10 anni

Con un convegno in programma questo pomeriggio alle ore 17 nella Sala Pelér di palazzo Todeschini, il Comune di Desenzano intende rendere omaggio a una delle più significative tappe nella sua storia artistica e culturale: la nascita del Museo civico «Giovanni Rambotti» avvenuta dieci anni fa. Un avvenimento che ruoterà attorno alla presentazione del libro «Il museo Rambotti: un’introduzione alla preistoria del lago di Garda», opera del conservatore dello stesso Museo civico professor Raffaele De Marinis, ordinario di Preistoria e protostoria all’Università di Milano. Con lui parleranno il professor Giovanni Leonardi (cattedra di Paletnologia dell’Università di Padova) e la dottoressa Annaluisa Pedrotti (Dipartimento di Scienze Filologiche e Storiche dell’Università di Trento). I lavori saranno aperti dall’assessore alla Cultura, Emanuele Giustacchini. L’iniziativa della manifestazione è dell’assessorato alla Cultura mentre la realizzazione dell’opera di De Marinis è dello stesso Comune e della Regione. Un libro che descrive minuziosamente le caratteristiche del Museo «Rambotti», che si trova sul lungolago Anelli, elenca gli oggetti e i reperti esposti in ciascuna vetrina, con un commento introduttivo alle singole sezioni. Pur seguendo il filo conduttore delle diverse sezioni in cui si articola l’esposizione museale, l’Ufficio Cultura del Comune e gli altri esperti hanno preferito scrivere un’introduzione alla preistoria della regione gardesana in generale e del territorio di Desenzano e Lonato in particolare, che serva a comprendere i diversi temi che sono illustrati nelle singole sezioni. Il pezzo ovviamente più noto e pregiato tra i tanti custoditi è l’aratro del Lavagnone, scoperto nel 1978 e appartenente alla fase più antica della cultura di Polada, quindi attorno al 2040 a.C. Con quello di Walle, in Bassa Sassonia, quello del Lavagnone resta il più antico aratro del mondo giunto sino a noi. Il museo è stato intitolato giustamente al desenzanese Giovanni Rambotti (1817-1896), autore della scoperta della palafitta della Polada. La struttura si è arricchita recentemente di altri reperti importanti.

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