sabato, Settembre 7, 2024
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Puntano al trofeo in centinaia. Diverse le scuole di pensiero: Libera università Fenomeni e Brigate trisalcol. Renzo Parolari alla finalissima di Riva tenta di bissare lo storico successo di nove anni fa

Il Trisàc si gioca nei bar tra sfottò, bluff, segni e strategie

Renzo Parolari, commerciante, 66 anni, presidente del circolo comunale Enal, è pronto a tentare il bis. Uno storico bis. Dopo aver già vinto nel 1992 il trofeo «Amici del trisac – città di Riva» ed essersi classificato al quarto posto l’anno dopo (un colpo da maestro, finora mai eguagliato) parteciperà alla finalissima prevista per venerdì 16 dicembre al palazzo dei congressi di Riva. Chiamato il «poker dei poveri», il gioco con carte da briscola è tipico della zona dell’Alto Garda e unico nel suo genere a livello italiano. Di antica origine benacense, raduna oltre un migliaio di appassionati sparsi sulle tre sponde del lago, veronese, trentina e bresciana. Sulla riviera scaligera è conosciuto e giocato a Malcesine e a Brenzone, ma già Torri ne rimane esclusa. Migliaia sono gli appassionati da Brenzone alla val di Ledro, da Dro a Toscolano, da Riva a Malcesine. Le qualificazioni sono agguerritissime: ogni bar, su 32 sfidanti, sforna quattro finalisti. In 128 si ritroveranno così a sfidarsi in una gara all’ultimo bluff a Riva. C’è stato un anno soltanto in cui furono abilitati alle qualificazioni i bar di Malcesine e Brenzone. Ora la cinquantina di concorrenti veronesi si recano nell’Alto Garda trentino per partecipare alle qualificazioni ed è stato proprio al bar Giardino di Nago che Parolari si è qualificato per la finalissima. Goliardia e sfottò, oltre all’abilità tattica e psicologica, sono gli ingredienti del successo del gioco e della manifestazione giunta alla sua quindicesima edizione e l’albo d’oro è dominato dai giocatori di scuola altogardesana. Come ogni disciplina che si rispetti anche il trisàc ha le sue scuole di pensiero e di strategia da quella ledrense delle Brigate trisalcol di Pieve di Ledro alla Libera università del trisac del bar Livio di Riva, ora chiuso, ai Fenomeni di Ville del Monte. Tutto il baraccone con i suoi allegati e corollari, con la sua allegria e i suoi riti, suscitò la curiosità del settimanale satirico nazionale Cuore , che alcuni anni fa vi dedicò un servizio. E, come ogni campionato che si rispetti, non mancano nemmeno le campagne acquisti tra bar per accaparrarsi i fuoriclasse che portino prestigio alla compagine di turno. A sedersi attorno a un tavolo da trisàc si respira un’atmosfera particolare del tutto simile a quella del poker con i bluff, i «segni», i «conzini» e i rituali che ai neofiti possono apparire esagerati. Centinaia di insospettabili si affannano e sudano sangue per accaparrarsi un posto nella finalissima. Sindaci, assessori e consiglieri comunali, imprenditori, professionisti, operai, muratori, falegnami, assicuratori, anche disoccupati e qualche rara donna. Tra i sindaci spiccano Giuseppe Lombardi, primo cittadino di Malcesine, che malgrado abbia «mollato» un tantino da quando riveste la carica si diletta nelle sfide paesane; Bernardo Bernie Penner, già sindaco di Pieve di Ledro e presidente del comprensorio Alto Garda e Ledro e ora consigliere d’opposizione sempre a Pieve; Stefano Bresciani, pure lui meno impegnato da quando è assessore di Arco, e Agostino Zacchello, ex assessore di Malcesine. Nella vasta schiera di aspiranti finalisti ci sono i veterani e i pivellini e non c’è nulla di peggio che finire nella lista dei trombati ossia dei «tacchini», di quelli esclusi dalla finalissima. Partito tra i bar di Riva su idea di Gianni Pipo Galvagni, elettricista, il «Città di Riva» è, dunque, diventato un ambìto torneo interregionale. Chissà se a nove anni di distanza dal primo successo di Renzo Parolari il trofeo possa tornare in mano melsinea ! I giochi sono aperti e i bar assediati dai giocatori. A Malcesine procedono gli «allenamenti» in vista delle qualificazioni: basta passare all’Enal, al Rosa, al Video, all’Ancora o nei bar di Cassone o di Castelletto per trovare appassionati in azione. Renzo Parolari stesso nutre fiducia nei veronesi: «Saremo almeno una ventina alla finalissima e abbiamo degli ottimi elementi. E’ un gioco d’astuzia oltre che di fortuna. E’ questo il bello, ci vuole personalità e come al poker saper bluffare è fondamentale. Ci sono calcoli complessi da fare. Insomma è molto divertente anche perché è il gioco dell’astuzia e degli sfottò». Parolari stesso ammette di essere caduto in qualche occasione nella schiera dei «tacchini», di chi non riesce a qualificarsi: «E chi non è stato un tacchino», ammette il campione. «Lo scorso anno sono stato eliminato malamente. Ogni volta che ti fregano diventi un tacchino anche se i giornali usano anche il termine trombato . Ma per chi non è nel ramo, chi non conosce il gioco non capisce». Sulle probabilità che a nove anni di distanza possa tornare sul podio un veronese, Parolari è prudente anche se fiducioso: «Siamo combattivi noi di Malcesine, un gruppo di giocatori molto validi con una media alta in fatto di qualità. In 20 o 30 passeremo il turno e ci batteremo a testa alta».

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