giovedì, Maggio 2, 2024
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Lumini ospiterà il museo che racconta la castagna

Iniziativa della scuola media e del Ctg

Nel prossimo triennio la scuola media di San Zeno e il Centro turistico giovanile di Caprino, grazie alla disponibilità del Comune, realizzeranno un Museo del castagno e del marrone del Monte Baldo, che dovrebbe trovare sede nell’edificio delle ex-scuole elementari di Lumini. «L’iniziativa permetterà un contatto diretto tra il mondo della scuola e la realtà locale, del passato e del presente, mediante una conoscenza più immediata e viva delle tradizioni popolari baldensi, dell’economia locale e della castanicoltura», spiega la responsabile del progetto Paola Matassi, professoressa delle medie. «Il museo intende recuperare esperienze tradizionali di lavoro della civiltà contadina, facendo rivivere ritmi e abitudini che hanno scandito la vita di molte persone fino ad un recente passato, ma intende essere anche un centro culturale, che promuove ricerche e studi sul territorio, in collaborazione con associazioni ed enti locali». Il museo valorizzerà in particolare il marrone di San Zeno, che sta per ricevere la denominazione di origine protetta che ne garantirà la qualità. Il marrone è la variante nobile della castagna, si tratta infatti di un frutto più grande, di forma ovale allungata, dal colore più chiaro. Raccolto ancora oggi con metodi tradizionali, può essere cucinato in vari modi: lessato, al forno, arrosto; può costituire inoltre un ingrediente base per vari tipi di dolci. Nelle intenzioni dei promotori, il museo sarà formato da diverse sezioni. «Una prima sezione riguarderà la vita e l’ecologia del castagno (castanea sativa): dalle caratteristiche biologiche della pianta al suo ciclo vitale; dall’ecosistema del castagneto (con piante e animali e principali catene alimentari), alle varietà colturali locali quali il bastardone, la castagna dei Masi e il marrone», dice Elisa Fatterelli del Ctg. «Verrà ricreato un diorama sul castagneto e saranno esposti i diversi tipi di castagni con i loro frutti. Una seconda sezione riguarderà la castagna e il suo impiego: dal valore nutritivo al suo uso nell’antichità, alle ricette della gastronomia baldense. In questa sezione verranno presentati anche detti e proverbi relativi alla castanicoltura». Un’altra sezione tratterà della tradizionale coltivazione del castagno: sistemazione del castagneto, cura del castagno, mostra degli attrezzi impiegati, tra cui le pertiche per la raccolta (simarola, medana, longa), la scala a pioli (scalion), cesti e gerle. Ci sarà poi una sezione sulla coltura del marrone di San Zeno di Montagna, che sta per diventare dop: verranno illustrate le sue caratteristiche e l’impiego alimentare e nell’industria dolciaria. Infine, una quinta sezione presenterà la ricostruzione di un interno di abitazione con un tradizionale camino di una cucina baldense con tutti gli attrezzi per la cottura delle castagne. «Per intanto, dopo una mostra di oggetti tradizionali raccolti dai ragazzi ed esposta fino a fine mese a Cà Montagna nell’ambito della Festa delle castagne, si parte con un museo virtuale che prevede la raccolta di foto e lo studio dei diversi prodotti ed attrezzi e con un dèpliant sul castagno», conclude Matassi.

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