sabato, Maggio 18, 2024
No menu items!
HomeAttualitàIo, professore di psicologia così ho salvato le limonaie»
H.Ludwig Freese arriva a Gargnano negli anni Settanta La sua proprietà come un Giardino delle Esperidi

Io, professore di psicologia così ho salvato le limonaie»

Ha salvato una limonaia. Negli anni Settanta, quando ancora insegnava Psicologia pedagogica all’Università di Berlino, s’innamorò di Gargnano. E acquistò una proprietà di due ettari sulla collina, con tre campate di limoni ciascuna lunga settantacinque metri. Erano rimaste attive sino agli anni Quaranta del Novecento. Poi lo sfacelo. «Tutto era in abbandono da alcuni decenni – spiega il prof. Hans Ludwig Freese –; non c’era nemmeno la corrente elettrica. Abbiamo gradualmente ricostruito le limonaie e curato gli uliveti». E’ un piccolo paradiso. Persino le palme, messe a dimora trent’anni fa, hanno sviluppato un tronco notevole, insolito sul Garda, a conferma del clima eccezionale. Il casello principale è diventato una confortevole dimora, mentre quello secondario è stato restaurato per gli ospiti.I coniugi Freese fanno parte della piccola comunità d’intellettuali che da anni vive sul Garda, fra Toscolano e Gargnano. A far loro scoprire il «Benaco marino» fu il cognato scrittore Hans Jürgen Frölich, autore fra l’altro del romanzo Im Garten der Gefühle (Nel giardino dei sentimenti), amico a sua volta del poeta e giornalista Rino Sander che già viveva a Cecina di Toscolano. Frölich trovò rifugio in un bel rustico sopra il golf di Bogliaco, dove ora vive anche la figlia, Anna Katharina, che ha recentemente conosciuto il successo in Germania con il romanzo italiano, anzi gardesano, Wilde Orangen (Arance amare). E i Freese, a loro volta, acquistarono le limonaie di Gargnano.«Oggi coltivare limoni non è più economicamente vantaggioso. Qualche cosa si ricava dagli uliveti: ogni anno produciamo cento chilogrammi di olio. Ma le limonaie sono ancora architetture eccezionali, uniche al mondo. Se fossero state conservate, come si ammira nelle cartoline d’epoca, costituirebbero un’attrattiva straordinaria».Il prof. Hans Ludwig Freese, autore di numerosi libri di pedagogia e di filosofia, conosce tutto delle limonaie e racconta le quattro ragioni che portarono al fallimento di una produzione ad alto reddito in altri secoli. «In questa proprietà ci campavano una decina di persone; bastavano tre piante di limoni per mantenere un figlio agli studi».La decadenza cominciò a metà dell’Ottocento, quando la gommosi distrusse i giardini di limoni, fortunatamente vinta grazie all’innesto con arance amare scoperto da un farmacista di Salò. Poi, dopo l’unità d’Italia, quando entrò in funzione la nuova rete ferroviaria, i limoni del Garda non furono in grado di competere, economicamente, con le produzioni siciliane. E come non bastasse, un chimico tedesco scoprì la possibilità di produrre acido salicilico, soppiantando l’uso dei limoni in medicina. Infine, durante la prima guerra mondiale, la necessità di recuperare legname per costruire le trincee, provocò la fine definitiva delle grandi coperture di legno che d’inverno preservavano i limoni dal gelo. I coniugi Freese dividono i loro giorni fra Gargnano e Berlino, dove hanno lo studio di consulenza psicologica per bambini superdotati; la moglie è anche titolare della Casa editrice Erika Freese che ha pubblicato, con ottimo risultato, il «Cuore» di Edmondo De Amicis – dopo il successo del film di Comencini –, seconda traduzione in Germania dopo oltre un secolo. Lasciata l’Università il professore, unitamente alla consorte, si è dedicato alla ricerca, specializzandosi nei bambini particolarmente forniti d’ingegno. Che sono circa il cinque per cento della popolazione infantile.«Ricorrono a noi molte famiglie e aiutiamo anche gli insegnanti. I bambini superdotati possono rappresentare un problema. Hanno bisogno di comprensione e di particolare attenzione. Talvolta creano difficoltà agli insegnanti. Raramente prestano attenzione a scuola perché, ad esempio, sanno già leggere e scrivere. Abbiamo in osservazione soprattutto bambini tedeschi, ma anche di alcune famiglie russe e di altre nazionalità che vivono in Germania».Gli impegni di lavoro non consentono ai coniugi Freese di vivere tutto l’anno, come vorrebbero, nel paradiso di Gargnano. Ma vi tornano per lunghi periodi in ogni stagione con le due figlie e i nipoti. E’ il loro Giardino delle Esperidi in cui oltre ai «pomi d’oro» vi crescono anche le «mele cinesi», gli aranci, dei cui fiori profumatissimi Giove fece dono a Giunone quando la prese in moglie. Lo ricorda al commiato il prof. Freese evocando il simbolismo di frutti che ancora colpiscono l’immaginario.

Articolo precedente
Articolo successivo
Articoli Correlati

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

In Evidenza

Dello stesso argomento

- Advertisment -

Ultime notizie

Ultimi Video