Puntuale scatta con l’inizio della stagione turistica il servizio della Guardia costiera sul lago di Garda. Da domani e fino al 31 ottobre sarà operativa la motovedetta classe 862 appositamente studiata per il soccorso in acqua con qualsiasi condizione meteo. Sedici i marinai, agli ordini del comandante Marco Ravanelli, che dalla marina di Bogliaco avranno il compito di vigilare sulla sicurezza dei diportisti e dei bagnanti.«La motovedetta è rimasta nel periodo invernale ancorata nei cantieri della Navigarda di Peschiera», dice Pier Lucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda. Proprio la Comunità a fine anni Novanta mise sul tappeto il tema della sicurezza della navigazione da diporto e del coordinamento degli interventi d’emergenza. Un lavoro febbrile che grazie alla collaborazione di istituzioni, parlamentari (molto attivo è stato sempre l’ex senatore Umberto Chincarini) e organismi locali ha permesso nel giugno del 1999 di istituire sul Garda il servizio di Guardia costiera. A dare un’accelerata all’iter fu la tragedia consumata a ferragosto del 1998 nelle acque dell’alto Garda: un’ imbarcazione di turisti inglesi si rovesciò causando la morte di tre persone, due di queste rimaste per ore aggrappate allo scafo prima di scomparire, stremate dalla fatica, nel lago. L’anno dopo il via all’istituzione della Guardia costiera sul Garda, passando dai tre agli attuali sette mesi di servizio. L’obiettivo rimane però la permanenza tutto l’anno dei marinai d’acqua dolce. «Nei giorni scorsi», interviene Aventino Frau presidente della Comunità del Garda, «ho avuto un incontro a Roma con l’ammiraglio Luciano Dassatti, comandante generale di tutte le capitanerie di porto italiane, per capire quali sono i margini di manovra al fine della costituzione di una capitaneria di porto del Garda: un disegno di legge in tal senso già giace in Parlamento».Intanto per i prossimi sette mesi tutta l’attività di coordinamento di soccorso sulle acque del lago di Garda, 24 ore su 24, dipenderà dalla Guardia costiera dislocata sulla sponda occidentale del Benaco. «In pratica al nucleo operativo di Bogliaco faranno riferimento tutte le chiamate d’intervento (1530 il numero da comporre) e sarà da qui che a seconda della zona interessata verranno allertati i mezzi nautici di pronto soccorso», riprende Ceresa, pronto a sottolineare come la migliore e più efficiente sinergia con le unità di polizia, carabinieri, vigili del fuoco, guardia di finanza, volontari del Garda, 118 interprovinciali e protezione civile abbia permesso una più celere e sicura copertura del bacino del più grande lago d’Italia.In quest’ottica vanno anche letti i numeri delle missioni portate a termine, l’anno scorso, dalla Guardia costiera: 110 interventi, soccorsi 90 diportisti e 19 bagnanti. Dati minori rispetto al passato, determinati però proprio da una più proficua collaborazione tra le imbarcazioni di soccorso presenti sul lago, come aveva già avuto modo di sottolineare il comandate della Guardia costiera, Marco Ravanelli: «Siamo riusciti a inviare le imbarcazioni più idonee e nel tempo più breve, evitando come poteva accadere negli anni precedenti di mandare cinque o sei unità nello stesso punto e lavorando così tutti di meno e meglio». A fianco della motovedetta dotata di tutti gli strumenti all’avanguardia in campo nautico (radar, ecoscandaglio grafico, autopilota e bussola elettronica) in dotazione ai 16 marinai, quattro con funzioni di coordinamento a terra, ci sarà anche un gommone 224, lungo 7 metri e largo 3, che consentirà d’intervenire anche tra i canneti e in luoghi dai fondali bassi.
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A Bogliaco il centro operativo dell’emergenza che coordina tutte le motovedette: il numero è il «1530». Sarà in servizio fino al 31 ottobre