sabato, Marzo 15, 2025
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Sono svariati i riscontri che hanno fatto seguito al primo avvistamento di un esemplare di questo felide carnivoro sui monti tra il Benaco e la vai d'Ampola.

La Lince ritorna sul Garda

II ritorno della linee sui monti dell’alto Garda bresciano è ormai assodato.Sono, infatti, svariati i riscontri che hanno fatto seguito al primo avvistamento di un esemplare di questo felide carnivoro sui monti tra il Benaco e la vai d’Ampola. Era l’estate 1998, e quell’esemplare di linee venne individuato sulla dorsale del monte Caplone, a poca distanza dal vicino Trentino.”Potrebbe trattarsi proprio di un esemplare proveniente dal Trentino, dove la specie ha cominciato a riprendere terreno, migrando qui dall’Est europeo, dopo l’estinzione della specie, avvenuta all’inizio del ‘900, in tutto il territorio nazionale”, spiega Bruna Comini, funzionario dell’Azienda regionale delle Foreste della Lombardia.. Inizia, da quel momento, l’azione di monitoraggio e attenzione degli esperti, per tenere d’occhio la situazione e cercare verifiche. Si ottengono riscontri nell’inverno di quell’anno e vengono rilevate orme e piste sulla neve. La certezza si raggiunge negli ultimi mesi: nell’ autunno scorso viene raccolta su un territorio a cavallo tra il bresciano e il Trentino la carcassa di una marmotta appena predata dalla linee. La certezza matura attraverso l’analisi delle modalità di consumo, tipiche della linee e di nessun altro carnivoro presente nella zona. Infine, ulteriori reperti sono stati raccolti nell’inverno appena concluso.Le prime avvisaglie della presenza (o meglio: del ritorno) del carnivoro erano state accertate meno di due anni or sono tra malga Lorina e la vai di Campo, nel tremosinese. I residui raccolti (escrementi e peli) sono stati esaminati da un esperto – Stefano Mayr, consulente dell’ Azienda delle Foreste della Lombardia – e sottoposti ad analisi presso i labo-ratori del Centro di ecologia alpina di Trento, che ha fornito la prima conferma.Dopodiché, considerando la consistenza e il numero delle indicazioni raccolte, che attestavano la frequentazione abituale della zona da parte di un esemplare di linee, sono stati informati i Servizi faunistici di Broscia e di Trento, oltre all’Istituto nazionale della Fauna selvatica di Bologna. Si è poi proseguito nella ricerca dì ulteriori informazioni.Stefano Mayr sottolinea due aspetti importanti sul ritorno della linee nel territorio altogardesa no: biologico ma anche simbolico. Al ritorno della linee vanno, infatti, accostati quello dell’aquila reale, delbiancone, del falco pellegrino, del gufo reale: significa che la presenza di queste specie può essere sostenuta dal territorio e dalla catena alimentare presente, “nonostante la generale considerazione della povertà faunistica della montagna bresciana”.Secondo Mayr “il ritorno della linee rappresenta anche una sfida importante per la conservazione della natura in Lombardia” visto che, se il numero degli ungulati selvatici non fosse aumentato, il felide non sarebbe tornato spontaneamente. “Non sembra un caso che l’area attualmente compresa ali’ intemo dei punti di segnalazione della linee coincida con il settore faunisticamente più ricco di tutto il comprensorio”.

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