giovedì, Maggio 2, 2024
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Oggi l’assessore provinciale alla viabilità, Luca Sebastiano, incontra i sindaci dei paesi interessati dal tracciato

La Provincia è in camposul caso della Affi-Pai

Due mozioni urgenti. Un incontro, oggi, tra i sindaci del Garda-Baldo e l’assessore provinciale alla viabilità, Luca Sebastiano. Una commissione, a Venezia che, intanto, esamina i tre progetti di «Gardesana-bis». E un presidente, Gastone Vinerbini, a capo di Veneto Strade, che appare sempre più come l’unico introdotto (a buon titolo) nelle «secrete cose» della Affi-Pai: «La giunta veneta potrebbe dire un sì oppure un no». Quando dice «no», però, lo sguardo e la voce cambiano. «Chi andrebbe contro il territorio?», esterna senza giri di parole.Il cronometro avanza. Le scadenze sembrano fissate. La commissione consultiva sta esaminando i dossier di «finanza di progetto» concorrenti: si possono supporre almeno tre diversi tracciati. «A decisione raggiunta», spiega Vinerbini, «toccherà al governo regionale decidere se l’opera sia o meno d’interesse pubblico, quindi richiederne l’inserimento nella cosiddetta “legge obiettivo”». Se questo fosse l’esito, l’iter diverrebbe inarrestabile. In caso di valutazione negativa tutto finirebbe in una bolla di sapone.L’obiezione principe, in mesi di polemiche e mobilitazione, legata ai costi di progettazione da parte delle ditte (milioni) che potrebbero risultare denari nel vento, sarebbe, a detta del presidente di Veneto Strade, inconsistente. «È puro e semplice rischio d’impresa». «Paradossalmente», spiega nei dettagli, «se ci fosse un sì della giunta e per qualche motivo l’opera poi fosse bloccata, ne deriverebbero rivalse di natura risarcitoria. Ma se lo stop sarà dato all’origine la Regione non dovrà sborsare neppure un euro».Già, gli euro. La casella del piano triennale che prefigura, in termini generici, il nuovo collegamento, ha uno «zero» alla voce finanziamenti. Venezia non scucirà un soldo per la Affi-Pai. «Anzi», spiega Vinerbini, «se nei progetti fosse contenuta qualsiasi previsione di contributo ciò sarebbe, automaticamente, motivo di esclusione dalla gara».Un’opera del costo preventivato (sulla carta) di circa 25 milioni, destinato peraltro a lievitare se mai arrivasse alla fase della progettazione esecutiva e per mille altri inciampi «in corso d’opera», è in gioco, insomma, sotto gli occhi di una commissione. Mentre fioccano mozioni contrarie: le ultime, in ordine di tempo, da parte del consigliere provinciale del Partito democratico Vincenzo D’Arienzo («Il presidente Mosele convochi un Consiglio straordinario entro metà novembre in uno dei Comuni interessati») e del collega di Sinistra democratica, Paolo Ferrari. Quest’ultimo, tra i primi, collega la questione Affi-Pai alla sollecitazione ad agire «verso la Regione per l’istituzione del Parco del Baldo». Entrambi chiedono, in forme e modi leggermente diversi, di «cancellare l’opera dai piani».Vinerbini ostenta tranquillità: «Ci sono molte cose da discutere, “in primis” che fine farà la cosiddetta “450”, che è di Veneto Strade?». Di pedaggi si discute, ma in un quadro assai incerto. Insomma, l’Affi-Pai sarà una strada verso il nulla? «Se il territorio dirà no, se così si esprimerà la politica credo sarà opportuna una seria valutazione… L’assessore Chisso lo sa». Questi si era anche spinto oltre: «Nessuno è così scemo da andare contro tutti». Alla fine Vinerbini pronuncia una parola, solo un’ipotesi: «Cassetto». Sarà il casello d’uscita dell’Affi-Pai?

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