mercoledì, Ottobre 16, 2024
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Siora Veronica, nulla da fare con il San Nicolò

La sfida tra i due barconi del lago

Niente rivincita. La Siora Veronica, per la seconda volta consecutiva nel giro di due giorni lungo il tratto San Vigilio-Malcesine, è stata battuta dal San Nicolò nel corso della sfida-revival tra gli antichi mercantili del lago di Garda. Un successo conquistato con il sudore di un equipaggio unito attorno al capitano Aldo Giarbini e al tattico Ferruccio Barzoi, condottieri mai domi anche quando all’altezza di Magugnano la Siora Veronica ha effettuato il sorpasso prendendo un leggero vantaggio. Uno spettacolo nello spettacolo con i due bialberi in mezzo al Benàco a darsi battaglia a pochi centimetri l’uno dall’altro a suon di strambate con il sindaco di Malcesine Giuseppe Lombardi che si prodigava, al pari dell’assessore Carlo Chincarini, alle vele. Un attacco prontamente rintuzzato dall’armo bardolinese nonostante il lancio di mele da parte della ciurma della Siora Veronica. Una contro strambata che costringe Renner e soci, più veloci in condizione di vento non elevato, a puntare verso la costa veronese. Una mossa salutata sul San Nicolò dalla voce del Reginaldo, fratello del capitano, e dai cugini Carlo e Ennio Donà, figli dei primi proprietari del San Nicolò, con la canzone tutta bardolinese «È arrivata la Ricciolina» (la postina di Bardolino, ndr), un centone scritto negli anni Quaranta da Toti Mercati sulle note di «È arrivato l’Ambasciatore». «È fatta», si lascia scappare il tattico Barzoi puntando lo scafo verso Campione, sollecitato nella mossa anche da Uber, portento di simpatia aggregatosi, al pari di moti altri, all’equipaggio base che sabato aveva condotto vincente il San Nicolò nel porto di Bardolino. Un’iniezione di forze fresche forse decisiva. Già, perché alla partenza da San Vigilio il silenzio sul San Nicolò era quasi irreale. «Stiamo uniti», grida il capitano prima dell’ennesima strambata. Infatti la Siora Veronica non scherza (a bordo viene servito anche il caffè): rimane incollata al San Nicolò, complici solo tre-quattro nodi di vento, aggancia il bialbero bardolinese, issa la batteria di vele e prova il sorpasso a Marniga. «E chi lo ferma più», mormora Sauro Feltrinelli, 76 anni e ultimo maestro di ascia del Garda (nel dicembre del 1967 a Malcesine ha rimesso in sesto il San Nicolò). Concorda il capitano Giarbini che spera nell’errore tattico dell’avversario. E in effetti il bialbero di 24 metri si ferma quasi in mezzo al lago mentre il San Nicolò torna a correre con il vento che soffia dalla costa bresciana. L’arrivo in solitaria al porto di Malcesine gremito di gente è salutato dalla locale banda che schierata a parata intona l’inno d’Italia. Casualità vuole che, come sabato all’arrivo di San Vigilio, a salutare i vincitori vi siano anche le sirene del traghetto Brescia in transito in quel momento. Pochi minuti più tardi attracca in porto la Siora Veronica con il capitano Renner, che da gran signore, assieme all’equipaggio, applaude i vincitori pronti a ricambiare i complimenti. E il giovane armatore Ivan De Beni lancia una proposta: recuperare il Diana, barcone affondato nell’aprile del 1930 davanti all’abitato di Castelletto. Una impresa difficile per i costi ma tecnicamente possibile.

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