Il Consiglio comunale ha votato la variante parziale numero 6, modificando la parte di norme di attuazione del piano regolatore del 2000 che regolamentava le altezze delle case e degli edifici. Con questa variante le altezze delle case vengono portate da 7,50 a 8 metri, trasformando così molti sottotetti da mansarde con agibilità a mansarde abitabili. Di fatto, i piani delle abitazioni e dei fabbricati aumenteranno da due a tre piani, mantenendo però il terzo piano come sottotetto. La variante è stata deliberata in base al comma 4 dell’articolo 50 della legge regionale 61/85. Un articolo che ha aperto un dibattito tra il sindaco e il vicesindaco e la consigliera di minoranza Sabrina Tramonte, che ha abbandonato l’aula non partecipando al voto, perchè ha dichiarato che la delibera che apporta le modifiche alle norme di attuazione è illegittima. «Perchè il comma 4 dell’articolo 50 dice che presupposto per l’approvazione delle varianti, è l’assenza di aumento di carico urbanistico sul territorio», ha detto la Tremonte. «Cosa che non significa carico volumetrico per il mantenimento del dimensionamento del piano vigente». «Con queste modifiche», ha proseguito Tramonte, sono stati modificati i parametri urbanistici, non consentiti dalla legge stessa che la maggioranza ha utilizzato». Il vicesindaco Giancarlo Sabaini, ha subito replicato. «Non è assolutamente vero che viene alterato il carico edilizio urbanistico, perchè non viene variato l’indice di edificabilità», ha affermato. «È vero ci si può alzare di mezzo metro, ma si deve costruire mezzo metro in meno in larghezza, perchè il volume concesso non cambia». «In questo modo», ha proseguito il sindaco Lorenzo Sartori, «si faranno case più alte, ma più strette e ci sarà più verde a disposizione». «In ogni caso», ha aggiunto, «le modifiche delle altezze sono state fatte per sanare tutte quelle situazioni di locali nei sottotetti che fino a oggi non potevano godere dell’abitabilità. Per applicare l’articolo 50 della legge regionale ci siamo avvalsi del parere di tecnici, che ci hanno assicurato la correttezza della procedura», ha chiuso Sartori. Peraltro l’applicazione delle nuove norme, sono riferite anche a tutte le abitazioni già realizzate, che potranno alzarsi fino a 8 metri, ma solo se non hanno già usufruito di tutta la volumetria autorizzata con la concessione edilizia. Le Zto (zone territorio omogeneo) che potranno portare l’altezza degli edifici a 8 metri, (misura in gronda), sono la B (urbanizzazione residenziale o di completamento), la C 2 (zone residenziali di espansione nuova) e la D4c/e (zone per aggregazioni turistico-alberghiere di completamento e di espansione). Mentre per le zone industriali e artigianali, la D1c di completamento potrà variare le altezze a 8 metri per le abitazioni e fino a 9 metri per gli impianti produttivi; la D1e di espansione potrà raggiungere l’altezza degli impianti per attività logistica su superfici non inferiori a 4 mila metri quadrati, fino a 12 metri. Le zone C1 speciali dovranno invece mantenere l’altezza dei 7,50 metri. Per le nuove costruzioni in queste zone C1 speciali, deliberate con la variante 9 del 2004 e ancora al vaglio dell’approvazione della Regione, era stato modificato il lotto minimo per l’edificazione da 1.500 a 1.000 metri e la possibilità di edificare non solo uni e bifamiliari, ma anche aggregazioni di alloggi fino a sei unità. Con questa nuova variante, è stato mantenuto il lotto minimo, ma sono state portate a quattro le aggregazioni di alloggi, con una superficie abitativa di ogni unità di un minimo di 80 metri quadrati. Discorso a parte, infine, per la zona E1 speciale: nelle aree di pianura sarà consentita la costruzione di manufatti a servizio del fondo completamente interrati, di dimensioni massima di 200 metri quadrati e fino a 6 metri di profondità, vincolati ad autorizzazione idrogeologica forestale.
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Approvata la variante