giovedì, Maggio 2, 2024
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Affollatissimo il concerto del cantante di Nuvolento a Manerba, nell’ambito del Festival «Garda & Canta». Poche parole e tanta musica: ritorno alle origini fra canzoni da amarcord e frasi dialettali

Leali, l’abbraccio dei tremila per Faustì

Sono accorsi in più di tremila al concerto di Fausto Leali, venerdì sera al Campo sportivo di Manerba del Garda. Ed è stato un grande abbraccio che il pubblico, in gran parte bresciano, ha tributato al «suo» cantante, a quella voce unica che da più di quarant’anni (Leali ha iniziato a cantare da ragazzino) continua ad emozionare. «Siete tanti – dice, scherzando, il cantante di Nuvolento, salendo sul palco sormontato da oltre cinquanta fari – e questo fa bene a me, alla mia psiche e anche a quelli che hanno fatto un po’ di incasso». Poi subito, brescianamente, promette «poche parole e tante canzoni», anche perché – aggiunge – «non sono un grande parlatore. È per quello – scherza ancora – che non mi fanno mai condurre una trasmissione televisiva, perché so mìa bù de parlà…». Fausto nostro è così, leale come indica il suo cognome, e al pubblico piace perché è sempre rimasto se stesso. Una grande voce vestita di verità, quella verità che si sente vibrare sul palco, fra una canzone nuova e una ascoltata tante volte, in un concerto estrogenato di decibel, com’è d’uso ai tempi nostri. Leali – che con evidente piacere recupera il suono della lingua madre – chiede al pubblico di chiamarlo in coro: «Faustì!», e il pubblico – trasversalmente generazionale – maternamente esegue, pensando a lui, che lasciò la casa natale a 14 anni per portare nel mondo quel dono di Dio che è la sua incredibile voce. Orgoglioso del nuovo album uscito dopo Sanremo («Secondo me… io ti amo», che contiene la canzone cantata con Luisa Corna «Ora che ho bisogno di te»), Fausto Leali ne propone alcuni pezzi (chiedendo: «Bello, no?»), anche se il pubblico preferisce cantare con lui i brani scolpiti nella sua storia: «America», «Malafemmena», «Deborah». Brani intensi, come quella voce che graffia il cuore, ma dolcemente, sprigionando un’energia primordiale, senza mediazioni. L’umidità del lago cala come una cappa sul campo sportivo ben attrezzato, ma il concerto ha già preso il volo e il calore umano prevale sul fresco della sera, mentre le casse sparano suoni che arrivano nelle assonnate casette lacustri, fino a Moniga e oltre. Via ai duetti celebri, con la bionda Germana a sostituire Oxa & c., un tocco di nostalgia («Un’ora fa»), due nuovi motivi e il sempreverde «Angeli negri». Poi la canzone di Sanremo e «Io camminerò», «Mi manchi» (senza indugiarci tanto) e «Pregherò». Premiazione a cura degli organizzatori di «Garda & Canta» (l’agenzia It’s con il Comune di Manerba e la Pro Loco) poi, mentre il Fausto lascia la camicia rossa per una bianca e si asciuga il copioso sudore, spazio ai solisti della band, battuta col batterista Tonino Mazza, alto quanto Leali («Dopo la Corna e la Oxa, tutte altissime, finalmente faccio bella figura anch’io…!») e finale in crescendo, con il pubblico a cantare e a fare la «ola» su «Ti lascerò», «Io amo», «A chi», attesissima, reclamata (per quell’inizio da brivido) e non a caso messa per ultima. Applausi a raffica e bis («Ora che ho bisogno di te» e «A chi»), per una serata indimenticabile per il pubblico e anche, forse, per quel «Faustì» che ancora vive nel grande Leali. Che il 24 agosto sarà ad Orzinuovi, con la Corna.

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