La scuola bottega di Salò ha chiuso l’anno consegnando i diplomi nella sala consiliare del palazzo comunale. Dodici i giovani “maturi”: al mattino lavoravano nella bottega di un artigiano, il pomeriggio studiavano. Due sono falegnami: Massimiliano Alessi di Toscolano Maderno (seguito da Giorgio Turla) e Claudio Filippa di Prevalle (con Roberto Filippa). Quattro gli idraulici: Andrea Chiarini di Vobarno (con Simone Fucina), Cristian Longhi di Salò (con Alessandro Musesti di Puegnago), Davide Pasqua di Gargnano (con Alberto Balzarini) e Fabiano Olivari di Puegnago (con la ditta Maffizzoli di Manerba). E ancora. Due i meccanici: Claudio Andreoli di Toscolano Maderno (all’Auto Garda di Roè Volciano) e Ji Bin di Salò (da Paolo Lavo). Due i parrucchieri: Shane D’Angeri di Salò (da Franco Vanzani) e Francesca Franzosi di Puegnago (da Luisa Poli). Infine un pasticcere (il salodiano Andrea Bazzani, della «Conca d’oro», che ha imparato il mestiere da Patrizia Ardigò di Toscolano Maderno) e un floricoltore (Sonia Gaffurini di Villanuova, con Gian Franco De Paoli). Maria Teresa Zavattaro ha sottolineato l’importanza della scuola bottega. «È sorta 18 anni fa, grazie all’impegno del nostro club – ha ricordato la presidente del Soroptimist Garda sud -. Sicuri di avere reso un servizio alla comunità, ringraziamo tutti quanti hanno contribuito a farla vivere e a valorizzarla. Molti ragazzi si sono inseriti nel mondo del lavoro, diventando a loro volta abili artigiani». «La nostra scuola – ha proseguito Afra Di Giovine, la preside – ha dato notevoli opportunità ai giovani. Adesso dobbiamo confrontarci con la riforma Moratti. Le autorità si sono impegnate perchè non venga soppressa. Ringraziamo l’Amministrazione comunale per quanto fatto finora». L’assessore alla Pubblica istruzione, Gabriele Cominotti, ha garantito che «questa realtà non scomparirà. Continuerà a sopravvivere, andando incontro alle esigenze del territorio». Maurizio Covri, direttore area attività produttive e formazione della Provincia di Brescia, ha illustrato le prospettive della scuola bottega, «un tipo di esperienza che sta arrivando al tramonto, ed ha bisogno di forti cambiamenti. Devono ancora uscire i decreti di attuazione della riforma Moratti, ma esistono già indirizzi ben precisi. Da un lato i Licei (classico, scientifico, tecnologico, informatico, linguistico, musicale), dall’altro l’istruzione e formazione professionale (Itis, Ipsia, i centri regionali)». «I due canali avranno pari dignità – prosegue Covri – e sarà possibile passare da uno all’altro. Dal 15° anno di età è prevista l’alternanza scuola-lavoro: un modo nuovo di chiamare la scuola bottega. Ma occorrerà pensare a convenzioni con le associazioni di categoria, le imprese, la Camera di commercio, gli enti pubblici territoriali. Diventerà difficile continuare un’esperienza come questa di Salò, basata sul volontariato. Bisognerà creare una sezione come quelle dei Cfp di Rivoltella o Villanuova. Le risorse finanziarie arriveranno dalla Comunità europea, che richiede qualità, certificazione, accreditamento, continuità dei servizi e personale qualificato, con un rapporto di lavoro. Sarebbe un peccato che, dopo avere dimostrato lungimiranza, voi foste costretti a smettere». Il sindaco Giampiero Cipani ha ricordato che «la scuola bottega si rivolge a un tipo particolare di utenti, a volte un tantino trascurati. Nei prossimi mesi ci confronteremo con l’Amministrazione provinciale per trovare la soluzione più appropriata».
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Tempo di premiazioni per la scuola bottega: «Ma è ora di cambiare»