Dopo breve malattia si è spento nella sua casa di via Prati il presidente della locale sezione della associazione dei combattenti e reduci Alessandro Filippi. Lascia i figli Lino, Tiziana e Luciano. I funerali si svolgono giovedì alle 17 nella parrocchiale dei SS Zenone e Martino a Lazise.
Alessandro Filippi aveva 91 anni. Uno degli ultimi sei rappresentanti dei reduci lacisiensi. Classe 1923, fisico asciutto ed una grande voglia di vivere. Grandissimo lavoratore, appassionato della sua campagna, delle sue viti. A Cà Donzella, poco distante da Lazise, era riuscito ad ottenere una delle più importanti aziende agricole della zona con la produzione di vino alta qualità: dal Pinot al Bardolino, e perfino una piccola produzione del famosissimo Picolit friulano che usava offrire ai suoi amici ed ospiti più illustri.
“Nel periodo bellico, per sua fortuna, non è mai stato al ” fronte”- spiega il figlio Luciano – ma ha sempre operato in zona di guerra , soprattutto nel trentino. Era inserito nel corpo dei Bersaglieri – continua Luciano – e ne è sempre stato orgogliosissimo. Il suo cappello con le piume, il fez rosso, sono sempre stati il suo orgoglio.”
Alessandro Filippi era diventato il presidente dell’ANCR di Lazise nel novembre 2009, dopo la morte di Plinio Marchesini ed ha sempre rappresentato con orgoglio l’associazione dei reduci guardando alla bandiera tricolore con grandissimo affetto ed ardore. Uomo delle istituzioni, non hai mai perso occasione per richiamare i rappresentanti della politica ad un servizio pieno privo di interessi personali e di scarsa attenzione a chi ha dato la vita per la libertà del nostro paese. E lo ha fatto fino all’ultimo anche nella ricorrenza del 25 aprile scorso, al monumento ai caduti, nella deposizione della corona di alloro alla loro memoria.
“Si perde un pezzo di storia di Lazise, della nostra nazione – sottolinea Sergio marconi, segretario dell’Ancr- ma il calendario del tempo è inesorabile. Piangiamo un presidente che ha saputo davvero dare lustro all’associazione ed a quanti hanno dato la vita per la nostra Libertà.”
Sergio Bazerla