mercoledì, Ottobre 16, 2024
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I giardini gardesani del Cinquecento al centro dello studio di Piercarlo Belotti

Miscellanea di studi

E’ stato presentato prima di Natale a Garda il 17esimo numero della rivista «Il Garda, l’ambiente, l’uomo». La miscellanea di studi esce a dicembre, con cadenza annuale, e comprende studi di carattere storico, botanico, scientifico relativi all’area gardesana. Tra i collaboratori figurano anche studiosi bresciani: al numero hanno collaborato Piercarlo Belotti e Domenico Fava. Risulta ricco come sempre l’elenco degli interventi al lavoro, organizzato dal Centro Studi per il Territorio Benacense di Torri del Benaco. Daniele Zanini tratta del carpione, mentre «Le stazioni preistoriche di Peschiera del Garda» sono illustrate da Claudia Fredella e Candida Sidoli. Giuliano Sala parla dei dipinti di Giorgio da Riva, mentre Marina Repetto Montalto si sofferma sulla famiglia Zuliani di Torri. Domenico Fava cura, come sempre, le pagine della Bibliografia gardesana. Ricordiamo che lo stesso Fava ha pubblicato pochi mesi fa il secondo catalogo di tale bibliografia, che si riferisce agli anni dal 1991 al 1999. Di particolare interesse la rassegna di Piercarlo Belotti attorno agli «orti gardesani del Cinquecento nell’opera di Giuseppe Milio Voltolina». Scrive Belotti: «Giardino e orto da millenni si sono misurati nel rappresentare il pensiero e le profonde relazioni che legano l’uomo alla natura: luoghi di incontro, crocevia dove si danno appuntamento la filosofia, la religione, l’arte, l’architettura, nel tentativo mai finito di trovare, arbitri l’agronomia e la corretta cura dei campi, varie risposte ai perché della vita…». La curiosità, però, è sulle coltivazioni in atto mezzo millennio fa attorno al Garda. «Non manca nulla: bulbi, fiori, foglie, frutti, germogli, semi, erbe da consumare crude o cotte, fresche o conservate, da condire o confettare, per la mensa giornaliera e per le feste, per gli uomini e per le api». In parte, però, le abitudini sono cambiate e così succede «che i fiori e i frutti di un tempo abbiano radicalmente mutato funzione e si siano trasformati in ornamenti».

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