A febbraio un privato aveva chiesto inutilmente alla Provincia di eseguire a proprie spese (circa 200 milioni), la trivellazione in un suo terreno di S.Giorgio alla ricerca della probabile falda d’acqua calda, quindi termale. Dopo la risposta negativa, che risale ad aprile, il servizio geologico provinciale è ora intenzionato ad eseguire la perforazione nella stessa area, ovviamente spendendo qualche centinaio di milioni di denaro pubblico. Hanno scoperto, a Trento, che il luogo prescelto e finanziato per lo «scavo pubblico» (a ridosso della chiesa di «Saiori»), non è adatto come si pensava. Qui era avvenuto un primo sondaggio sotterraneo che aveva portato ad individuare del fango alla temperatura attorno ai 60-70 gradi centigradi. Ora, come abbiamo detto, il ripiegamento sulla campagna privata. E lo sconcerto dei proprietari: la famiglia Tamburini, composta da noti albergatori arcensi. Per ora non commenta. Attende che la Provincia comunichi ufficialmente l’avvio della trivellazione. «Non vorremmo che tra il programmare e l’eseguire trascorrano tempi biblici – precisa il figlio Stefano, che è consigliere comunale – perchè la ricerca dell’acqua calda a S.Giorgio è una lunga telenovela, dai contorni inspiegabili, che si trascina insoluta da anni. Da troppo tempo. L’ex assessore provinciale al turismo Moser stanziò 300 milioni per la conferma nel sottosuolo della «benedetta» acqua che consentirebbe ad Arco di diventare un centro termale. Gli anni passarono ma nulla si mosse. I fondi, non essendo stati utilizzati, vennero dimezzati. Lo scorso inverno sembrava che i geologhi provinciali avessero deciso la perforazione. Constatato che di trivelle a S.Giorgio non se ne vedevano, in febbraio la mia famiglia chiese alla Provincia di eseguire la ricerca, che non vuol dire l’utilizzo dell’acqua calda, per il quale vi è una diversa procedura. Con l’apporto di altre persone mettevamo a disposizione per i lavori 200 milioni. Il 4 aprile arrivò la risposta negativa. Tra i motivi: l’insufficienza dei soldi e l fatto che in zona vi fossero dei pozzi che potevano subire danni. Ora vedremo…».
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Provincia scava
dove il privato
era stato fermato
Misteri della caccia all’acqua
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