domenica, Maggio 5, 2024
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Pubblica assemblea terminata con la raccolta di firme contro i programmi dell’amministrazione. La minaccia del Comitato contrario al progetto del parcheggio interrato

«Occuperemo piazza d’Armi»

Sala piena, alla parrocchia del beato Andrea, per il primo incontro pubblico (il secondo è fissato per il 9 marzo) organizzato dal Comitato apartitico contrario al progetto del parcheggio sotterraneo in piazza Ferdinando di Savoia, o piazza d’Armi. Con la serata, lo stesso Comitato ha dato il via ad una raccolta firme per tentare di fermare i programmi dell’amministrazione. All’incontro era presente anche Walter Montresor vice sindaco e assessore all’urbanistica, insieme a Paolo Melotti assessore al commercio e alla viabilità.Il progetto, allo stato preliminare, del parcheggio sotterraneo in piazza d’Armi fa parte di un disegno più ampio di riqualificazione della piazza che prevederebbe anche l’alienazione dell’edificio delle ex scuole elementari. La relativa delibera di Giunta parla di un costo previsto per l’autosilos di cinque milioni e 400mila euro per 180 posti stimati (contro i 150 dell’attuale parcheggio in superficie) e 270 giorni di cantiere.È stato l’architetto Lino Vittorio Bozzetto ad aprire la serata ricordando il vincolo urbanistico e ambientale esistente sulla piazza «così come su tutta la piazzaforte di Peschiera». «I recenti scavi effettuati dalla Soprintendenza», ha spiegato, «preliminari al progetto stesso, hanno riportato alla luce le tracce delle epoche romane e della darsena scaligera che divideva la parte militare della Rocca dall’abitato civile. Un patrimonio storico e architettonico unico, cui si sommano gli edifici sorti con i veneziani e con gli austriaci e che hanno definitivamente contornato la piazza d’Armi e che oggi, a dispetto del vincolo che li tutela, sono stati messi in vendita». «Piazza d’Armi è crocevia di secoli di storia, pensare di farvi un parcheggio sotterraneo, richiesto da nessuno, è sintomo quanto meno di stravaganza», ha aggiunto Bozzetto, «recuperare la piazza vuol dire pensare ad una nuova illuminazione e pavimentazione, a renderla pedonale studiando le limitazioni del traffico in modo da ridurlo al minimo necessario».Bozzetto ha parlato di «assurdità del progetto considerando che ci sono alternative più praticabili: si potrebbe scavare sotto il parcheggio di Porta Brescia, dove non ci sono vincoli e si potrebbero ricavare molti più posti auto». «I turisti non cercano traffico, smog, confusione», ha continuato Francesco Giardina, portavoce del Comitato. «Limitare il traffico del centro e lasciare spazio al passeggio e alla gente non può che far aumentare la voglia di visitare Peschiera che ha grandi potenzialità: ecco perché auspichiamo un ripensamento del progetto».Opinioni condivise dal pubblico. «Queste cose sono già vecchie. Ci vuole un’altra idea: portiamo la gente a vedere tutto quello che c’è a Peschiera. La piazza va recuperata per i cittadini e non alle auto». Ancora: «In piazza si stenta a capire cosa è stato fatto e perché; c’è un piccolo cartello che parla di scavo archeologico preventivo. Preventivo a cosa? I cittadini non sono stati messi al corrente. Un lavoro fatto alla chetichella. Se non basteranno le firme, proveremo a fermare il parcheggio mettendoci tutti in piazza». A questo intervento ha risposto l’assessore Melotti, precisando che il progetto è stato discusso con i rappresentanti di categoria della Commissione commercio. «Cosa fa la Soprintendenza?», ha chiesto un altro cittadino. «Può autorizzare simili brutture? E come può, il Comune, opporsi alla vendita degli immobili storici?». «Facendo valere il vincolo che sussiste», ha risposto Bozzetto. «Tre anni fa il senatore Umberto Chincarini fece un’operazione simile per salvare la Palazzina storica, già andata all’asta. Speriamo che si faccia lo stesso per le caserme La Rocca e XXX Maggio. E per piazza d’Armi», ha ribadito Giardina, «visto che non è stato fatto ancora nulla e non si sono spesi soldi, raccoglieremo le firme per dare più forza alla richiesta di rivedere il progetto».Rispondendo ad alcuni interventi il vice sindaco Montresor ha sottolineato che «non è così semplice trovare altre destinazioni agli immobili storici. Si é parlato, qui, dell’università alla caserma XXX Maggio; ma l’università non è interessata a quell’edificio, semmai chiede la Cacciatori, ovvero uno stabile già restaurato, anche con i soldi del Comune». «Lo strumento che, come Comune, abbiamo a disposizione per tutelare i beni è la destinazione d’uso assegnata dal piano regolatore: il Padiglione è in vendita, ma non ha destinazione privata», ha ribadito Montresor precisando che «gli edifici della Rocca e XXX Maggio sono del demanio militare, non ancora trasferiti allo Stato. E per il recupero di questi immobili sono necessari interventi che coinvolgono insieme pubblico e privato».

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