Uno dei più noti cartoonist italiani, conosciuto in tutto il mondo, è Franco Oneta, 67 anni, originario di Casalbuttano (Cremona). Dopo alcuni anni trascorsi a Como, Oneta nel 1965 si è trasferito a Desenzano, dove vive e lavora senza sosta. Nel suo «atelier» l’instancabile Oneta passa dalle 10 alle 12 ore al giorno, dando vita a famosi personaggi di Hanna e Barbera: Scooby Doo, Gli Antenati, I Pronipoti, Yoghi e Bu bu i loro simpatici amici. Il disegnatore ha all’attivo più di 10.000 vignette della settimana enigmistica. Sue sono la riduzione degli Snorchy, le avventure di Zembla (il Tarzan francese) e del suo ultimo personaggio «Olivo lo sportivo», che da anni compare sul «Piccolo Missionario». Di smettere di lavorare Oneta, non ci pensa minimamente perché, ribadisce, «i personaggi che disegno e prendono vita dalla mia matita fanno parte integrante della mia persona: se smettessi di farli vivere, morirei anch’io. E questo non mi sembra giusto: non sono un masochista», sostiene ridendo. Altri personaggi del fumetto «I fratelli Matita» sono la caricatura dei suoi tre figli, quando erano piccoli e molto vivaci. Oneta è nato con la penna in mano. Già a 15 anni collabora con l’editore Giurleo di Milano. Guadagna molto bene, «più di sua madre, operaia nella filanda». Oneta può così mantenersi agli studi serali e specializzarsi nella sua attività. Uomo tranquillo, equilibrato, sereno, non dimentica le sue umili origini: «Mi accompagnano sempre». Le sue vignette sono state esposte e ammirate in centinaia di mostre, e non solo in Italia. «Nel 1970 – ricorda Oneta – mi era capitata l’occasione di andare in Inghilterra. L’offerta era più che allettante, ma ho rifiutato. Non riesco a staccarmi dal lago di Garda. E poi viaggiare a me non piace, né in aereo né in treno». Oneta ha lavorato per vent’anni in Francia tramite corrispondenza: «Non mi sono mai mosso dal mio atelier di Desenzano». Nei giorni scorsi il cartoonistha presentato alla mostra mercato del fumetto di Reggio Emilia il primo di tre volumi, inediti per l’Italia, scritti quarant’anni fa per la Lug di Lione, una casa editrice francese. L’opera comprende 480 tavole sulla storia di Galaor, opera di Gian Luigi Bonelli, il celebre autore di Tex. I disegni sono di Franco Oneta, allora alle prime esperienze nel campo del fumetto d’avventura. A distanza di 40 anni Luigi Marcianò del gruppo Anafi (l’associazione nazionale degli mici del fumetto e dell’illustrazione: organizza la mostra di Reggio Emilia) è venuto a conoscenza da collezionisti d’Oltralpe del lavoro di Gian Luigi Bonelli. Che non aveva mai lavorato con l’estero, ma dietro insistenza di Marcel Navarro, redattore capo e co – fondatore della Lug, accettò di scrivere nel 1963 «Galaor», stimolato anche dalla sua passione (come ricorda il figlio Sergio Bonelli) per le vicende di cappa e spada.
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Uno dei più noti fumettisti del mondo ha scelto il Garda. Tra le sue creature Scooby Doo, Yoghi, Bu Bu e i Pronipoti